Vorrei parlare oggi di un'azienda che continua di anno in anno a stupirci con i suoi vini, Bindi Sergardi di Monteriggioni, a confine tra il Chianti Classico ed il Colli Senesi. Alla guida dell'azienda Nicola Casini e a dargli man forte la figlia Alessandra e Caterina Saletti. Un'azienda che di anno in anno sta convincendo sempre di più con una gamma di vini veramente per tutti i gusti ma che mantengono un'impronta familiare e molto rappresentativa del terroir.
Ma partiamo la rassegna con il bianco, Oriolus, un blend di Malvasia, Trebbiano e Chardonnay e una vera sorpresa. Un vino che vede solo acciaio ma che si presenta nel bicchiere con un bel colore giallo paglierino ed un bouquet veramente intenso che spazia dalla pesca, l'albicocca a sentori floreali. In bocca è fresco, fruttato e abbastanza persistente, perfetto per l'aperitivo ma anche per preparazioni a base di pesce non troppo complicate o anche per un bel risotto di verdura.
Segue il Chianti Colli Senesi, una vera e propria chicca a base prevalentemente di Sangiovese e con un 5% di Canaiolo e Malvasia Nera. Il 2009 mi aveva semplicemente lasciato di stucco e anche il 2010 non è male. Di un bel rosso rubino non troppo intenso colpisce subito al naso per la nota fruttata molto accentuata che va dalla marasca alle fragoline di bosco con evidenti note balsamiche e di viola mammola. Ed in bocca rivela un tannino vellutato, un'acidità ben evidente ed una buona persistenza; veramente un signor Sangiovese.
Salendo di categoria passiamo al Chianti Classico 2008, quasi solo Sangiovese, anche questo con un naso molto fruttato e floreale ma in bocca più corposo e strutturato, caldo e tannico. E in anteprima abbiamo assaggiato il 2009, una vera sorpresa. Un vino profumatissimo con frutta rossa, note di violetta e iris, balsamico che in bocca si è dimostrato meno caldo del 2008 e più fresco e beverino, sempre accompagnato però da un bel tannino. Lo aspettiamo con ansia.
Quindi il Chianti Classico Riserva 2007, Sangiovese quasi in purezza, molto complesso nei profumi che vanno dalla frutta rossa matura, a note speziate e di vaniglia. In bocca è robusto, tannico, speziato, persistente, ancora decisamente giovane.
Passiamo poi agli IGT con il Climax, Merlot e Cabernet Sauvignon, di un bel rosso rubino intenso al naso è decisamente fruttato con sentori di spezie e floreali, decisamente piacevole. In bocca il tannino è ben bilanciato con l'acidità ed il frutto è decisamente evidente.
Per finire i due top 89 e 91.
Mocenni 89 prende il nome dalla particella del vigneto, tutto Sangiovese. Di un bel rosso rubino al naso presenta note fruttate, erbacee e speziate. In bocca è ampio, tannico, fresco, ancora giovane.
Mocenni 91, dalla particella 91 a base di Cabernet Sauvignon, per certi versi è molto simile all'89, mostrando ancora una volta quanto il territorio sia importante. Colore rosso rubino intenso, al naso note di frutta rossa, spezie e balsamiche, in bocca pieno, tannico e persistente.
Sicuramente una bella gamma di prodotti, ognuno con una sua personalità e che ci ha colpito positivamente, così come ci hanno colpito i proprietari, gentili,disponibili, solari.
Vivamente consigliati!
mercoledì 29 febbraio 2012
mercoledì 1 febbraio 2012
Fattoria Le Sorgenti: terroir, qualità e gentilezza
Gennaio, giorno di riposo ed insieme al nostro amico Filippo ci rechiamo poco distanti da Firenze a visitare una delle aziende, a nostro parere, più interessanti dell'area fiorentina. Destinazione: via di Docciola 8, località Vallina, Bagno a Ripoli, all'anagrafe Fattoria Le Sorgenti. Appena entrati, dopo aver percorso un bel viale, ci troviamo davanti la zona dove vengono effettuate le degustazioni, ricavata all'interno della cantina, e da un lato la casa dove vivono i proprietari Gabriele ed Elisabetta Ferrari. Ci viene ad accogliere Gabriele che per prima cosa ci guida nella vinsantaia dove è in corso un evento unico, l'ammostamento. Dopo essere stati ad appassire per alcuni mesi i grappoli vengono esaminati attentamente, tolti gli acini ammuffiti e quindi separati manualmente uno ad uno dal raspo, un lavoro veramente certosino, ma come ci dice Gabriele, necessario per ottenere il loro vinsanto, Hyris.
Poi ci accomodiamo sulla jeep aziendale ed iniziamo il viaggio nei vari cru aziendali. L'azienda produce 5 vini oltre all'olio. Si parte dal bianco Sghiras, uno Chardonnay in purezza con un lieve passaggio in botte, passando poi per il Chianti Colli Fiorentini Respiro, Sangiovese ed una piccolissima parte di Trebbiano e Malvasia, il Gaiaccia a base di Sangiovese, Merlot ed Alicante, lo Scirus, il cru a base di Cabernet Sauvignon, Merlot, Malbec e Petit Verdot ed infine Hyris, il vinsanto a base di Trebbiano e Malvasia.
Gabriele ci spiega da subito che la presenza massiccia di vitigni internazionali non è dovuta alla recente moda ma alla passione di suo padre per questi vitigni, piantati nei primi anni settanta e perfettamente adattati ai vari terroir. E parlare di terroir qua è proprio adeguato. Perché la Fattoria Le Sorgenti non ha un unico grande vigneto ma tanti piccoli vigneti ad altezze diverse, con terreni ed esposizioni diverse e Gabriele tenta di scegliere per ogni terroir il vitigno più adatto. Quindi diversi vigneti di Sangiovese, uno per il Chianti ed uno per il Gaiaccia, e poi di Malbec, Merlot, Chardonnay, Trebbiano, Malvasia.
Terreni che vanno da quello a prevalenza argillosa a quelli più rocciosi e scistosi. Ad esempio nel vigneto La Sala, a circa 150m slm in un terreno a prevalenza limosa viene coltivato il sangiovese usato per il Chianti Respiro, nel vigneto Torre Rossa con terreni misti argilla e limo vengono coltivati Sangiovese, Petit Vedot e Alicante per produrre il Gaiaccia e lo Scirus. L'ultimo vigneto visitato è il Capaccio a 450m slm dove si producono Sangiovese e Merlot e dal quale si gode di una vista panoramica meravigliosa che spazia dalle Alpi Apuane al Chianti.
Una visita veramente interessante che culmina con l'assaggio dei vini a casa di Gabriele ed Elisabetta. Naturalmente viene allestito un vero e proprio banchetto che spazia da bruschette, pasta a formaggi con le varie e meravigliose confetture prodotte da Elisabetta. Menzione di merito va senz'altro alla confettura di peperoni che ci ha conquistato tutti con il suo gusto dolce ma non troppo e con una piccantezza evidente ma non eccessiva.
I vini si sono dimostrati tutti più che all'altezza. Lo Sghiras (Chardonnay) è differente da quello a cui ci avevano abituato negli scorsi anni con un legno volutamente molto meno invasivo, leggermente percettibile al naso ma che non copre gli aromi primari dello Chardonnay ma lo rende solo più complesso. Vino con un'ottima acidità, morbido ma non troppo, da provare sia con formaggi semi-stagionati che con carni bianche o anche con primi di verdura magari cucinati aggiungendo un goccio di panna.
Il Chianti Colli Fiorentini Respiro si è dimostrato ancora una volta un vino dalla grande beva, fresco, non troppo tannico, un Chianti vecchio stile come piace a noi. Abbinato ad un piatto di pasta al ragù era proprio perfetto.
A seguire il Gaiaccia (Merlot, Sangiovese e Alicante), un vino a mio parere meraviglioso con un naso complesso e accattivante con sentori che spaziano dai frutti rossi (ciliegia, prugna, frutti di bosco), alle spezie con tabacco, liquirizia, vaniglia e con note balsamiche. In bocca è avvolgente, fresco, con una buona beva, non il solito vinone tutto legno e muscoli ma un vino che si può definire egregiamente con un solo aggettivo, elegante.
Dopo il Gaiaccia lo Scirus (Cabernet Sauvignon, Merlot, Malbec, Petit Verdot), vino di un bel colore rosso rubino intenso che si rivela potente al naso con sentori di frutta rossa matura, spezie ed in bocca morbido ed avvolgente. Sicuramente una delizia per chi ama il taglio bordolese ma anche per gli altri perché anche in questo caso non siamo in presenza di un vino "eccessivo" ma con una buona beva, un buon corpo ed un'ottima acidità. Con formaggi stagionati ed erborinati ha dato il suo meglio anche se lo consiglierei con un piatto di cinghiale in umido o lepre in salmì.
Per finire una delizia sotto ogni punto di vista, il Vin Santo Hyris (Trebbiano e Malvasia), come abbiamo già detto prodotto con estrema cura (vendemmia manuale, appassimento naturale con i grappoli appesi a fili, ammostamento con selezione dei chicchi uno ad uno, e poi almeno 5 anni in caratello). Al naso si presenta con note di frutta secca, albicocche e fichi in primis e poi miele e sentori eterei, in bocca è denso, corposo, dolce ma non troppo (è un vin santo) e soprattutto spicca la nota acida che riesce a rendere questo vino per niente stucchevole anche dopo il secondo bicchiere.
A questo punto termina la nostra visita in un'azienda che ci ha sorpreso per la complessità dei suoi vini, per la gentilezza e la semplicità dei proprietari ma soprattutto per la bellezza dei vigneti e per la reale percezione del legame vino- terroir che abbiamo avuto. Abbiamo visto tanti piccoli vigneti, a volte anche molto distanti tra loro, con terreni diversi, esposizioni e microclimi differenti e ci siamo imbattuti in un vero vigneron. Gabriele non ha piantato ovunque Sangiovese perché siamo in Toscana, o solo vitigni internazionali perché questi vini vanno di moda ma ha cercato di legare ogni terreno e microclima al vitigno che lui riteneva più adatto e durante la vinificazione non è stato invasivo ma ha lasciato esprimere ai vitigni quello che avevano da dire. Questo per noi è parlare di terroir e questo è il solo modo di fare vino.
E voi cosa ne pensate?
Poi ci accomodiamo sulla jeep aziendale ed iniziamo il viaggio nei vari cru aziendali. L'azienda produce 5 vini oltre all'olio. Si parte dal bianco Sghiras, uno Chardonnay in purezza con un lieve passaggio in botte, passando poi per il Chianti Colli Fiorentini Respiro, Sangiovese ed una piccolissima parte di Trebbiano e Malvasia, il Gaiaccia a base di Sangiovese, Merlot ed Alicante, lo Scirus, il cru a base di Cabernet Sauvignon, Merlot, Malbec e Petit Verdot ed infine Hyris, il vinsanto a base di Trebbiano e Malvasia.
Gabriele ci spiega da subito che la presenza massiccia di vitigni internazionali non è dovuta alla recente moda ma alla passione di suo padre per questi vitigni, piantati nei primi anni settanta e perfettamente adattati ai vari terroir. E parlare di terroir qua è proprio adeguato. Perché la Fattoria Le Sorgenti non ha un unico grande vigneto ma tanti piccoli vigneti ad altezze diverse, con terreni ed esposizioni diverse e Gabriele tenta di scegliere per ogni terroir il vitigno più adatto. Quindi diversi vigneti di Sangiovese, uno per il Chianti ed uno per il Gaiaccia, e poi di Malbec, Merlot, Chardonnay, Trebbiano, Malvasia.
Terreni che vanno da quello a prevalenza argillosa a quelli più rocciosi e scistosi. Ad esempio nel vigneto La Sala, a circa 150m slm in un terreno a prevalenza limosa viene coltivato il sangiovese usato per il Chianti Respiro, nel vigneto Torre Rossa con terreni misti argilla e limo vengono coltivati Sangiovese, Petit Vedot e Alicante per produrre il Gaiaccia e lo Scirus. L'ultimo vigneto visitato è il Capaccio a 450m slm dove si producono Sangiovese e Merlot e dal quale si gode di una vista panoramica meravigliosa che spazia dalle Alpi Apuane al Chianti.
Una visita veramente interessante che culmina con l'assaggio dei vini a casa di Gabriele ed Elisabetta. Naturalmente viene allestito un vero e proprio banchetto che spazia da bruschette, pasta a formaggi con le varie e meravigliose confetture prodotte da Elisabetta. Menzione di merito va senz'altro alla confettura di peperoni che ci ha conquistato tutti con il suo gusto dolce ma non troppo e con una piccantezza evidente ma non eccessiva.
I vini si sono dimostrati tutti più che all'altezza. Lo Sghiras (Chardonnay) è differente da quello a cui ci avevano abituato negli scorsi anni con un legno volutamente molto meno invasivo, leggermente percettibile al naso ma che non copre gli aromi primari dello Chardonnay ma lo rende solo più complesso. Vino con un'ottima acidità, morbido ma non troppo, da provare sia con formaggi semi-stagionati che con carni bianche o anche con primi di verdura magari cucinati aggiungendo un goccio di panna.
Il Chianti Colli Fiorentini Respiro si è dimostrato ancora una volta un vino dalla grande beva, fresco, non troppo tannico, un Chianti vecchio stile come piace a noi. Abbinato ad un piatto di pasta al ragù era proprio perfetto.
A seguire il Gaiaccia (Merlot, Sangiovese e Alicante), un vino a mio parere meraviglioso con un naso complesso e accattivante con sentori che spaziano dai frutti rossi (ciliegia, prugna, frutti di bosco), alle spezie con tabacco, liquirizia, vaniglia e con note balsamiche. In bocca è avvolgente, fresco, con una buona beva, non il solito vinone tutto legno e muscoli ma un vino che si può definire egregiamente con un solo aggettivo, elegante.
Dopo il Gaiaccia lo Scirus (Cabernet Sauvignon, Merlot, Malbec, Petit Verdot), vino di un bel colore rosso rubino intenso che si rivela potente al naso con sentori di frutta rossa matura, spezie ed in bocca morbido ed avvolgente. Sicuramente una delizia per chi ama il taglio bordolese ma anche per gli altri perché anche in questo caso non siamo in presenza di un vino "eccessivo" ma con una buona beva, un buon corpo ed un'ottima acidità. Con formaggi stagionati ed erborinati ha dato il suo meglio anche se lo consiglierei con un piatto di cinghiale in umido o lepre in salmì.
Per finire una delizia sotto ogni punto di vista, il Vin Santo Hyris (Trebbiano e Malvasia), come abbiamo già detto prodotto con estrema cura (vendemmia manuale, appassimento naturale con i grappoli appesi a fili, ammostamento con selezione dei chicchi uno ad uno, e poi almeno 5 anni in caratello). Al naso si presenta con note di frutta secca, albicocche e fichi in primis e poi miele e sentori eterei, in bocca è denso, corposo, dolce ma non troppo (è un vin santo) e soprattutto spicca la nota acida che riesce a rendere questo vino per niente stucchevole anche dopo il secondo bicchiere.
A questo punto termina la nostra visita in un'azienda che ci ha sorpreso per la complessità dei suoi vini, per la gentilezza e la semplicità dei proprietari ma soprattutto per la bellezza dei vigneti e per la reale percezione del legame vino- terroir che abbiamo avuto. Abbiamo visto tanti piccoli vigneti, a volte anche molto distanti tra loro, con terreni diversi, esposizioni e microclimi differenti e ci siamo imbattuti in un vero vigneron. Gabriele non ha piantato ovunque Sangiovese perché siamo in Toscana, o solo vitigni internazionali perché questi vini vanno di moda ma ha cercato di legare ogni terreno e microclima al vitigno che lui riteneva più adatto e durante la vinificazione non è stato invasivo ma ha lasciato esprimere ai vitigni quello che avevano da dire. Questo per noi è parlare di terroir e questo è il solo modo di fare vino.
E voi cosa ne pensate?
mercoledì 11 gennaio 2012
Tempo di Anteprime del vino 2012: dal Chianti Classico al Barolo
Il 2012 è iniziato da poco e già ci prepariamo per affrontare la prima parte dell'anno, come al solito dedicata alla presentazione di alcune delle eccellenze vinicole italiane. Citiamo alcune delle anteprime a noi note, ma se ne conoscete altre saremmo lieti ce le comunicaste.
Iniziamo dal Taurasi a Montemiletto dal 20 al 22 gennaio, presenti 35 aziende che presenteranno la vendemmia 2008. Quindi proseguiamo con l'Amarone nel Palazzo della Gran Guardia a Verona nei giorni 28 e 29 gennaio, con la presentazione dell'Amarone 2008.
Segnaliamo anche dal 26 al 29 gennaio Sense of Wine, manifestazione organizzata da Luca Maroni a Roma, gratuita per gli operatori del settore.
E poi veniamo a febbraio alla settimana dei grandi vini toscani. Iniziamo con l'Anteprima del Vino Nobile di Montepulciano dal 18 al 20 presso la fortezza di Montepulciano con ospite d'onore il Vino Nobile 2009. Il 19 è il giorno della Vernaccia di San Gimignano con l'ultima annata 2011 e la riserva 2010. Sempre il 20 avremo Chianti Classico Collection alla Leopolda di Firenze con in degustazione l'annata 2010, campioni di botte 2011 e la riserva 2009. Per finire la settimana Benvenuto Brunello a Montalcino dal 24 al 27 con l'annata 2007 protagonista e la riserva 2006.
Cambiamo completamente zona e andiamo un poco al sud nel mese di Aprile dal 20 al 22 presso Castiglione di Sicilia (zona Etna) dove si terrà Sicilia en Primeur, manifestazione organizzata da Assovini con numerose aziende presenti.
Bisogna poi aspettare un mesetto ma ne vale veramente la pena per Nebbiolo Prima, anteprima di Barolo (2008 e riserva 2006), Barbaresco (2009 e riserva 2007)e Roero (2009 e riserva 2008) con circa 200 aziende e 300 vini in degustazione. Ah dimenticavo le date, dal 13 al 18 maggio presso il Palazzo Mostre e Congressi di Alba.
E per concludere due parole sul Vinitaly 2012 che cambia date e periodo: 25-28 marzo e dalla domenica al mercoledì. Date queste adatte agli addetti al settore, considerando che la maggior parte di ristoratori ed enotecari chiudono il lunedì o il martedì. E volutamente è stato evitato il "sabato alcolico", tanto odiato dalle aziende, a causa di stormi di giovani e non, poco sobri in giro per gli stand.
Che dire, buone bevute a tutti quanti e che il vostro calice non sia mai vuoto, ma con moderazione però!
Iniziamo dal Taurasi a Montemiletto dal 20 al 22 gennaio, presenti 35 aziende che presenteranno la vendemmia 2008. Quindi proseguiamo con l'Amarone nel Palazzo della Gran Guardia a Verona nei giorni 28 e 29 gennaio, con la presentazione dell'Amarone 2008.
Segnaliamo anche dal 26 al 29 gennaio Sense of Wine, manifestazione organizzata da Luca Maroni a Roma, gratuita per gli operatori del settore.
E poi veniamo a febbraio alla settimana dei grandi vini toscani. Iniziamo con l'Anteprima del Vino Nobile di Montepulciano dal 18 al 20 presso la fortezza di Montepulciano con ospite d'onore il Vino Nobile 2009. Il 19 è il giorno della Vernaccia di San Gimignano con l'ultima annata 2011 e la riserva 2010. Sempre il 20 avremo Chianti Classico Collection alla Leopolda di Firenze con in degustazione l'annata 2010, campioni di botte 2011 e la riserva 2009. Per finire la settimana Benvenuto Brunello a Montalcino dal 24 al 27 con l'annata 2007 protagonista e la riserva 2006.
Cambiamo completamente zona e andiamo un poco al sud nel mese di Aprile dal 20 al 22 presso Castiglione di Sicilia (zona Etna) dove si terrà Sicilia en Primeur, manifestazione organizzata da Assovini con numerose aziende presenti.
Bisogna poi aspettare un mesetto ma ne vale veramente la pena per Nebbiolo Prima, anteprima di Barolo (2008 e riserva 2006), Barbaresco (2009 e riserva 2007)e Roero (2009 e riserva 2008) con circa 200 aziende e 300 vini in degustazione. Ah dimenticavo le date, dal 13 al 18 maggio presso il Palazzo Mostre e Congressi di Alba.
E per concludere due parole sul Vinitaly 2012 che cambia date e periodo: 25-28 marzo e dalla domenica al mercoledì. Date queste adatte agli addetti al settore, considerando che la maggior parte di ristoratori ed enotecari chiudono il lunedì o il martedì. E volutamente è stato evitato il "sabato alcolico", tanto odiato dalle aziende, a causa di stormi di giovani e non, poco sobri in giro per gli stand.
Che dire, buone bevute a tutti quanti e che il vostro calice non sia mai vuoto, ma con moderazione però!
mercoledì 21 dicembre 2011
Casa Coste Piane, Valdobbiadene
E' un sabato pomeriggio di fine novembre, con un gruppo di amici siamo arrivati tra le colline di Santo Stefano di Valdobbiadene, provenienti dalla nostra Toscana e vorremmo bere del buon prosecco.
La scelta è caduta subito su un'azienda che avevamo già visitato un paio di anni prima e ci aveva molto colpito, Casa Coste Piane con il suo Prosecco sur lie.
Come due anni prima Loris Follador, il proprietario-filosofo ci accoglie nella sua casa in una bellissima stanza attraversata da un caratteristico tavolone di legno a cui sono collocate delle altrettanto belle sedie in legno. In un angolo scintilla un camino acceso e noi ci accomodiamo e ci sentiamo subito a casa.
Loris scende un attimo in cantina e dopo poco torna con 2 magnum del suo vino, il Prosecco ora divenuto DOCG e non più sur lie (i francesi non vogliono che si usi questa espressione) ma "naturalmente frizzante". In sostanza il vino è sempre il solito e se ne frega di quello che sta scritto sull'etichetta. Di un bel colore giallo paglierino e con una torbidità che si accentua sempre di più mano a mano che la bottiglia finisce (e ciò avviene molto velocemente, vi assicuro).
Ma con un vino del genere bisogna mangiare qualcosa e allora partiamo con della soppressa fatta dallo stesso Loris, veramente ottima in abbinamento con il vino. E poi del vero radicchio trevigiano cotto sulla brace, polenta bianca sempre cotta sulla brace, soppressa alla brace, tutto veramente ottimo.
E poi finito di bere il suo prosecco Loris ci fa assaggiare un paio di rossi senza sapere di cosa si trattasse, un Valpolicella ed una Grenache della Languedoc; naturalmente non li abbiamo indovinati.
E per finire in bellezza una degustazione di distillati di frutta e di rum agricolo bianco prodotto da un amico di Loris.
Alla fine, esausti ma molto soddisfatti, abbiamo caricato in macchina un po' di bottiglie e ci siamo diretti di ritorno verso Conegliano.
Nel mezzo a tutto queste delizie, Loris ci ha raccontato storie, ci ha spiegato e fatto rivivere le tradizioni contadine della sua terra, ci ha intriso con la sua filosofia e ci ha portato a capire il suo vino, un prodotto che trasmette l'anima di chi lo produce, le sue convinzioni, che rispecchia il territorio da cui proviene e che, mi permetto di aggiungere, riesce a convincere che il prosecco non è solo un vino da aperitivo o una moda ma molto di più, un territorio, un vino capace anche di evolvere con gli anni, un ottimo compagno per i nostri pasti.
Mi viene in mente una scena di Jurassic Park quando il prof. mostrando un artiglio di Velociraptor dice ad un bambino grassoccio, che aveva scambiato i dinosauri per grossi tacchini, che dopo aver visto quello non guarderà più gli uccelli con gli stessi occhi di prima; ebbene dopo aver assaggiato questo prosecco non berrete più queste bollicine con gli stessi preconcetti di prima ma vi aspetterete sempre qualcosa di più, di diverso; e ora sapete anche dove trovarlo.
P.S. naturalmente anche nella nostra enoteca.....
La scelta è caduta subito su un'azienda che avevamo già visitato un paio di anni prima e ci aveva molto colpito, Casa Coste Piane con il suo Prosecco sur lie.
Come due anni prima Loris Follador, il proprietario-filosofo ci accoglie nella sua casa in una bellissima stanza attraversata da un caratteristico tavolone di legno a cui sono collocate delle altrettanto belle sedie in legno. In un angolo scintilla un camino acceso e noi ci accomodiamo e ci sentiamo subito a casa.
Loris scende un attimo in cantina e dopo poco torna con 2 magnum del suo vino, il Prosecco ora divenuto DOCG e non più sur lie (i francesi non vogliono che si usi questa espressione) ma "naturalmente frizzante". In sostanza il vino è sempre il solito e se ne frega di quello che sta scritto sull'etichetta. Di un bel colore giallo paglierino e con una torbidità che si accentua sempre di più mano a mano che la bottiglia finisce (e ciò avviene molto velocemente, vi assicuro).
Ma con un vino del genere bisogna mangiare qualcosa e allora partiamo con della soppressa fatta dallo stesso Loris, veramente ottima in abbinamento con il vino. E poi del vero radicchio trevigiano cotto sulla brace, polenta bianca sempre cotta sulla brace, soppressa alla brace, tutto veramente ottimo.
E poi finito di bere il suo prosecco Loris ci fa assaggiare un paio di rossi senza sapere di cosa si trattasse, un Valpolicella ed una Grenache della Languedoc; naturalmente non li abbiamo indovinati.
E per finire in bellezza una degustazione di distillati di frutta e di rum agricolo bianco prodotto da un amico di Loris.
Alla fine, esausti ma molto soddisfatti, abbiamo caricato in macchina un po' di bottiglie e ci siamo diretti di ritorno verso Conegliano.
Nel mezzo a tutto queste delizie, Loris ci ha raccontato storie, ci ha spiegato e fatto rivivere le tradizioni contadine della sua terra, ci ha intriso con la sua filosofia e ci ha portato a capire il suo vino, un prodotto che trasmette l'anima di chi lo produce, le sue convinzioni, che rispecchia il territorio da cui proviene e che, mi permetto di aggiungere, riesce a convincere che il prosecco non è solo un vino da aperitivo o una moda ma molto di più, un territorio, un vino capace anche di evolvere con gli anni, un ottimo compagno per i nostri pasti.
Mi viene in mente una scena di Jurassic Park quando il prof. mostrando un artiglio di Velociraptor dice ad un bambino grassoccio, che aveva scambiato i dinosauri per grossi tacchini, che dopo aver visto quello non guarderà più gli uccelli con gli stessi occhi di prima; ebbene dopo aver assaggiato questo prosecco non berrete più queste bollicine con gli stessi preconcetti di prima ma vi aspetterete sempre qualcosa di più, di diverso; e ora sapete anche dove trovarlo.
P.S. naturalmente anche nella nostra enoteca.....
domenica 23 ottobre 2011
Degustazione a La Divina Enoteca: Espressioni di Montecucco
Giovedì 20 ottobre dalle 16.00 alle 22.00, per la prima volta a Firenze, si è tenuta presso La Divina Enoteca la presentazione dei vini della DOC Montecucco . L'evento è stato organizzato in collaborazione con il Consorzio del Montecucco e con la Fisar Delegazione di Firenze.
Le aziende presenti sono state 23 con diverse tipologie di prodotti, Montecucco Rosso, Montecucco Sangiovese, Montecucco Rosso Riserva e Montecucco Sangiovese Riserva, con annate dal 2006 al 2010.
Iniziamo con le aziende presenti in ordine alfabetico e con i rispettivi vini:
- Amiata Vini con il Montecucco Sangiovese Lavico 2007, un Sangiovese in purezza affinato 18 mesi in botti di rovere francese da 25 hl e tonneaux da 6 hl e almeno 6 mesi in bottiglia, produzione circa 7000 bottiglie.
- Assolati con il Montecucco Sangiovese Riserva 2007, sangiovese in purezza affinato 18 mesi in botti da 10 hl e 6 mesi in bottiglia. Prodotte circa 1200 bottiglie.
- Basile con il Montecucco Rosso Cartacanta 2008, 90% Sangiovese, 5% Merlot e 5% Ciliegiolo, affinamento di 1 anno per il 50% in tonneaux e per il 50% in acciaio e 12 mesi in bottiglia. Prodotte circa 8500 bottiglie.
- Begnardi con il Montecucco Sangiovese Ceneo 2009, sangiovese in purezza affinato 4-6 mesi in legno e 4 mesi in bottiglia. 6000 bottiglie prodotte.
- Casal di Pari con il Montecucco Sangiovese Riserva 2007, sangiovese in purezza affinato 6 mesi in inox, almeno 18 mesi in botti di rovere da 5-10 hl e 6 mesi in bottiglia. Prodotte circa 6000 bottiglie.
- Castello Collemassari con il Montecucco Sangiovese Riserva Lombrone 2007, sangiovese in purezza affinato 24 mesi in legno e 6 mesi in bottiglia. Prodotte circa 6000 bottiglie
- Il Boschetto con il Montecucco Sangiovese Cadenza 2009, sangiovese in purezza affinato 18 mesi in legno e 6 mesi in bottiglia. Prodotte circa 1800 bottiglie.
- Le Calle con il Montecucco Sangiovese Poggio d'Oro 2008, sangiovese in purezza affinato 12 mesi in botti di rovere francese da 5 hl e 6 mesi in bottiglia.
- Le Querciole con il Montecucco Rosso Rosso dei Conti 2008, sangovese 70%, merlot 15% e cabernet sauvignon 15%, affinato 7-9 mesi parte in acciaio e parte in barrique e 3 mesi in bottiglia. Prodotte circa 7000 bottiglie.
- Macchialta con il Montecucco Sangiovese 2009, sangiovese 95%, cabernet sauvignon e montepulciano 5% affinato 12 mesi in barrique di 2° e 3° passaggio e 4 mesi in bottiglia. Prodotte circa 3000 bottiglie.
- Marinelli con il Montecucco Rosso Il Cacciatore 2008, sangiovese 85%, merlot 15%, affinato 12 mesi in acciaio e 12 mesi in bottiglia.
- Mazzi Lea con il Montecucco Rosso Poggio Marruca 2010, sangiovese 90%, alicante e colorino 10% affinato 12 mesi in vasche di cemento e 4 mesi in bottiglia. Prodotte circa 1500 bottiglie
- Montalcino Invest con il Montecucco Rosso Podere Centoia 2009, affinato 4 mesi in bottiglia. Prodotte circa 4000 bottiglie.
- Palmoletino con il Montecucco Rosso Scarafone 2009, sangiovese 90%, cabernet sauvignon 10% affinato in botti e barrique di rovere e 3 mesi in bottiglia. Prodotte circa 9000 bottiglie.
- Pieve Vecchia con il Montecucco Sangiovese Chorum 2008, sangiovese in purezza affinato 6 mesi in botti da 50 e 35 hl di rovere di Slavonia e Allier e 6 mesi in bottiglia. Prodotte circa 18.000 bottiglie.
- Pierini Brugi con il Montecucco Rosso Sugherettaio 2007, sangiovese 60%, cabernet sauvignon 15%, merlot 15% e syrah 10% affinato in tonneaux da 5,5 hl e 4 mesi in bottiglia. Prodotte circa 5000 bottiglie.
- Podere il Poggio con il Montecucco Sangiovese Sass'alsole 2008, sangiovese in purezza affinato 14 mesi in botti di rovere e almeno 4 mesi in bottiglia. Prodotte circa 6000 bottiglie.
- Poggio al Gello con il Montecucco Sangiovese Rosso del Gello 2008, sangiovese in purezza affinato almeno 12 mesi in barrique e 6 mesi in bottiglia. Prodotte circa 5000 bottiglie.
- Poggio Velluto con il Montecucco Sangiovese 2006, sangiovese in purezza affinato 1 anno, parte in barrique e parte in acciaio e 12 mesi in bottiglia. Prodotte circa 3500 bottiglie.
- Prato al pozzo con il Montecucco Sangiovese Arpagone 2009, 90% sangiovese e 10% cabernet sauvignon affinato in barrique 10 mesi e 4 mesi in bottiglia. Prodotte circa 3000 bottiglie.
- Salustri con il Montecucco Sangiovese Santa Marta 2008, sangiovese in purezza affinao 18 mesi in botti di legno grande e 12 mesi in bottiglia. Prodotte circa 25.000 bottiglie.
- Tenuta di Montecucco con il Montecucco Sangiovese Le Coste 2007, sangiovese 90%, merlot 5%, cabernet sauvignon 5%, affinato 18 mesi in tonneaux e almeno 6 mesi in bottiglia. Prodotte circa 20.000 bottiglie.
- Tenute Folonari con il Montecucco Rosso Vigne a Porrona 2007, sangiovese 70%, cabernet sauvignon 20%, syrah 10% affinato 12 mesi in barrique e 6 mesi in bottiglia.
La serata è stata molto bella con il locale sempre pieno di appassionati, addetti al settore e giornalisti e anche l'apprezzamento per i vini è stato grande.
Naturalmente non ci siamo limitati ad organizzare ed ospitare l'evento ma abbiamo anche degustato i vini presenti. I migliori assaggi secondo noi, in ordine di annata e alfabetico, sono:
- Poggio Marruca Rosso 2010 si è presentato di un bel colore rosso rubino con al naso sentori di frutta rossa, fragola e lampone su tutti. In bocca il vino ha un buon corpo, si dimostra equilibrato e persistente con netti sentori di frutta rossa.
- Ceneo Sangiovese 2009 nel bicchiere è di un colore rosso rubino carico, al naso presenta sentori di frutta rossa e floreali. In bocca ha un buon corpo, giustamente tannico, fresco, sufficientemente persistente con nette sensazioni floreali e di frutta rossa con una lieve speziatura.
- Cartacanta Rosso 2008 ha denotato un colore rosso rubino acceso ed al naso profumi di frutta rossa e di viola. In bocca un bel corpo, un tannino non troppo aggressivo, una buona acidità, una buona persistenza ed un gusto molto fruttato.
- Poggio d'Oro 2008 ha un colore rosso rubino intenso, al naso è fruttato ed in bocca mostra un bel corpo, un tannino pronunciato, una buona acidità ed una buona persistenza, ancora molto giovane ma dalle buone prospettive.
- Rosso dei Conti 2008 ha un bel colore rosso rubino, al naso si rivela molto fruttato, balsamico e speziato. In bocca è corposo, giustamente tannico, fresco, fruttato, persistente.
- Santa Marta Sangiovese 2008 ha un bel colore rosso rubino, al naso è balsamico, fruttato e leggermente speziato. In bocca è corposo, tannico, fresco, persistente e decisamente equilibrato.
- Casal di Pari Sangiovese Riserva 2007 ha un colore rosso rubino intenso, al naso spiccano sentori di frutta rossa, balsamici e floreali e aromi terziari di spezie e cuoio. In bocca è corposo, tannico, fresco, sufficientemente persistente e fruttato.
- Sugherettaio Rosso 2007 si presenta nel bicchiere rosso rubino, al naso presenta aromi di frutta rossa matura e note balsamiche. In bocca è corposo, tannico, con una bella acidità, sufficientemente persistente e con una retrolfattiva in cui spiccano sentori di frutta rossa e spezie.
In ogni caso la qualità dei vini è stata veramente alta e questi sono solo alcuni tra quelli che ci hanno maggiormente colpito. Ora spetta a voi dire la vostra e in ogni caso viva il buon vino, viva il Montecucco!!
Le aziende presenti sono state 23 con diverse tipologie di prodotti, Montecucco Rosso, Montecucco Sangiovese, Montecucco Rosso Riserva e Montecucco Sangiovese Riserva, con annate dal 2006 al 2010.
Iniziamo con le aziende presenti in ordine alfabetico e con i rispettivi vini:
- Amiata Vini con il Montecucco Sangiovese Lavico 2007, un Sangiovese in purezza affinato 18 mesi in botti di rovere francese da 25 hl e tonneaux da 6 hl e almeno 6 mesi in bottiglia, produzione circa 7000 bottiglie.
- Assolati con il Montecucco Sangiovese Riserva 2007, sangiovese in purezza affinato 18 mesi in botti da 10 hl e 6 mesi in bottiglia. Prodotte circa 1200 bottiglie.
- Basile con il Montecucco Rosso Cartacanta 2008, 90% Sangiovese, 5% Merlot e 5% Ciliegiolo, affinamento di 1 anno per il 50% in tonneaux e per il 50% in acciaio e 12 mesi in bottiglia. Prodotte circa 8500 bottiglie.
- Begnardi con il Montecucco Sangiovese Ceneo 2009, sangiovese in purezza affinato 4-6 mesi in legno e 4 mesi in bottiglia. 6000 bottiglie prodotte.
- Casal di Pari con il Montecucco Sangiovese Riserva 2007, sangiovese in purezza affinato 6 mesi in inox, almeno 18 mesi in botti di rovere da 5-10 hl e 6 mesi in bottiglia. Prodotte circa 6000 bottiglie.
- Castello Collemassari con il Montecucco Sangiovese Riserva Lombrone 2007, sangiovese in purezza affinato 24 mesi in legno e 6 mesi in bottiglia. Prodotte circa 6000 bottiglie
- Il Boschetto con il Montecucco Sangiovese Cadenza 2009, sangiovese in purezza affinato 18 mesi in legno e 6 mesi in bottiglia. Prodotte circa 1800 bottiglie.
- Le Calle con il Montecucco Sangiovese Poggio d'Oro 2008, sangiovese in purezza affinato 12 mesi in botti di rovere francese da 5 hl e 6 mesi in bottiglia.
- Le Querciole con il Montecucco Rosso Rosso dei Conti 2008, sangovese 70%, merlot 15% e cabernet sauvignon 15%, affinato 7-9 mesi parte in acciaio e parte in barrique e 3 mesi in bottiglia. Prodotte circa 7000 bottiglie.
- Macchialta con il Montecucco Sangiovese 2009, sangiovese 95%, cabernet sauvignon e montepulciano 5% affinato 12 mesi in barrique di 2° e 3° passaggio e 4 mesi in bottiglia. Prodotte circa 3000 bottiglie.
- Marinelli con il Montecucco Rosso Il Cacciatore 2008, sangiovese 85%, merlot 15%, affinato 12 mesi in acciaio e 12 mesi in bottiglia.
- Mazzi Lea con il Montecucco Rosso Poggio Marruca 2010, sangiovese 90%, alicante e colorino 10% affinato 12 mesi in vasche di cemento e 4 mesi in bottiglia. Prodotte circa 1500 bottiglie
- Montalcino Invest con il Montecucco Rosso Podere Centoia 2009, affinato 4 mesi in bottiglia. Prodotte circa 4000 bottiglie.
- Palmoletino con il Montecucco Rosso Scarafone 2009, sangiovese 90%, cabernet sauvignon 10% affinato in botti e barrique di rovere e 3 mesi in bottiglia. Prodotte circa 9000 bottiglie.
- Pieve Vecchia con il Montecucco Sangiovese Chorum 2008, sangiovese in purezza affinato 6 mesi in botti da 50 e 35 hl di rovere di Slavonia e Allier e 6 mesi in bottiglia. Prodotte circa 18.000 bottiglie.
- Pierini Brugi con il Montecucco Rosso Sugherettaio 2007, sangiovese 60%, cabernet sauvignon 15%, merlot 15% e syrah 10% affinato in tonneaux da 5,5 hl e 4 mesi in bottiglia. Prodotte circa 5000 bottiglie.
- Podere il Poggio con il Montecucco Sangiovese Sass'alsole 2008, sangiovese in purezza affinato 14 mesi in botti di rovere e almeno 4 mesi in bottiglia. Prodotte circa 6000 bottiglie.
- Poggio al Gello con il Montecucco Sangiovese Rosso del Gello 2008, sangiovese in purezza affinato almeno 12 mesi in barrique e 6 mesi in bottiglia. Prodotte circa 5000 bottiglie.
- Poggio Velluto con il Montecucco Sangiovese 2006, sangiovese in purezza affinato 1 anno, parte in barrique e parte in acciaio e 12 mesi in bottiglia. Prodotte circa 3500 bottiglie.
- Prato al pozzo con il Montecucco Sangiovese Arpagone 2009, 90% sangiovese e 10% cabernet sauvignon affinato in barrique 10 mesi e 4 mesi in bottiglia. Prodotte circa 3000 bottiglie.
- Salustri con il Montecucco Sangiovese Santa Marta 2008, sangiovese in purezza affinao 18 mesi in botti di legno grande e 12 mesi in bottiglia. Prodotte circa 25.000 bottiglie.
- Tenuta di Montecucco con il Montecucco Sangiovese Le Coste 2007, sangiovese 90%, merlot 5%, cabernet sauvignon 5%, affinato 18 mesi in tonneaux e almeno 6 mesi in bottiglia. Prodotte circa 20.000 bottiglie.
- Tenute Folonari con il Montecucco Rosso Vigne a Porrona 2007, sangiovese 70%, cabernet sauvignon 20%, syrah 10% affinato 12 mesi in barrique e 6 mesi in bottiglia.
La serata è stata molto bella con il locale sempre pieno di appassionati, addetti al settore e giornalisti e anche l'apprezzamento per i vini è stato grande.
Naturalmente non ci siamo limitati ad organizzare ed ospitare l'evento ma abbiamo anche degustato i vini presenti. I migliori assaggi secondo noi, in ordine di annata e alfabetico, sono:
- Poggio Marruca Rosso 2010 si è presentato di un bel colore rosso rubino con al naso sentori di frutta rossa, fragola e lampone su tutti. In bocca il vino ha un buon corpo, si dimostra equilibrato e persistente con netti sentori di frutta rossa.
- Ceneo Sangiovese 2009 nel bicchiere è di un colore rosso rubino carico, al naso presenta sentori di frutta rossa e floreali. In bocca ha un buon corpo, giustamente tannico, fresco, sufficientemente persistente con nette sensazioni floreali e di frutta rossa con una lieve speziatura.
- Cartacanta Rosso 2008 ha denotato un colore rosso rubino acceso ed al naso profumi di frutta rossa e di viola. In bocca un bel corpo, un tannino non troppo aggressivo, una buona acidità, una buona persistenza ed un gusto molto fruttato.
- Poggio d'Oro 2008 ha un colore rosso rubino intenso, al naso è fruttato ed in bocca mostra un bel corpo, un tannino pronunciato, una buona acidità ed una buona persistenza, ancora molto giovane ma dalle buone prospettive.
- Rosso dei Conti 2008 ha un bel colore rosso rubino, al naso si rivela molto fruttato, balsamico e speziato. In bocca è corposo, giustamente tannico, fresco, fruttato, persistente.
- Santa Marta Sangiovese 2008 ha un bel colore rosso rubino, al naso è balsamico, fruttato e leggermente speziato. In bocca è corposo, tannico, fresco, persistente e decisamente equilibrato.
- Casal di Pari Sangiovese Riserva 2007 ha un colore rosso rubino intenso, al naso spiccano sentori di frutta rossa, balsamici e floreali e aromi terziari di spezie e cuoio. In bocca è corposo, tannico, fresco, sufficientemente persistente e fruttato.
- Sugherettaio Rosso 2007 si presenta nel bicchiere rosso rubino, al naso presenta aromi di frutta rossa matura e note balsamiche. In bocca è corposo, tannico, con una bella acidità, sufficientemente persistente e con una retrolfattiva in cui spiccano sentori di frutta rossa e spezie.
In ogni caso la qualità dei vini è stata veramente alta e questi sono solo alcuni tra quelli che ci hanno maggiormente colpito. Ora spetta a voi dire la vostra e in ogni caso viva il buon vino, viva il Montecucco!!
martedì 11 ottobre 2011
Divinando 2011- Le semifinali
Domenica 9 ottobre presso il Valdichiana Outlet Village si sono svolte le semifinali del torneo a squadre Fisar Divinando, torneo a squadre per sommelier Fisar. Il torneo consiste in 4 prove, ognuna con alcune degustazioni alla cieca e con domande teoriche. Si parte con un vino e 4 domande teoriche nella prima prova finendo con 3 vini nell'ultima prova. In gara 6 delegazioni del centro-sud: Firenze, Livorno, Valdichiana, Valdelsa, Roma e Civitavecchia. Nella squadra di Firenze anche il nostro sommelier Livio Del Chiaro. Le domande hanno riguardato la storia del vino, la birra, distillati, aziende famose e tutto quanto ruota intorno al mondo del vino e anche un poco oltre. Dopo le prime 3 prove in testa la Delegazione di Firenze ed eliminate le prime due delegazioni: Civitavecchia e Valdelsa.
Alla fine della quarta e ultima prova si è posizionata prima la nostra Delegazione di Firenze con 42 punti (abbiamo indovinato 7 vini su 8!!), seconda Valdichiana con 38 e terza Livorno con 34, tutte e 3 qualificate; eliminata Roma.
Nella semifinale al nord qualificate Monza, Torino e Varazze ed eliminati a sorpresa la delegazione di Treviso, vincitrice della scorsa edizione.
Il 27 novembre la finalissima a Conegliano.
Alla fine della quarta e ultima prova si è posizionata prima la nostra Delegazione di Firenze con 42 punti (abbiamo indovinato 7 vini su 8!!), seconda Valdichiana con 38 e terza Livorno con 34, tutte e 3 qualificate; eliminata Roma.
Nella semifinale al nord qualificate Monza, Torino e Varazze ed eliminati a sorpresa la delegazione di Treviso, vincitrice della scorsa edizione.
Il 27 novembre la finalissima a Conegliano.
martedì 4 ottobre 2011
Nuove DOCG 2011: un aggiornamento
In questi ultimi tempi stanno spuntando DOCG un po' da tutta Italia (in particolar modo dal Veneto).
Partiamo dalle Marche con la nuova DOCG Offida, nelle tipologie Pecorino, Passerina e Rosso, che si va ad aggiungere ai due Verdicchi (Matelica e Jesi) anch'essi abbastanza recenti ed alle vecchie Conero e Vernaccia di Serrapetrona, totale 5 DOCG.
Passiamo quindi al Friuli con Rosazzo, un tempo sottozona dei COF, con le tipologie Bianco, Ribolla Gialla, Rosso e Pignolo, ad oggi la terza DOCG con Ramandolo e COF Picolit.
Quindi parliamo del Lazio che arriva a 3 DOCG con Frascati Superiore e Cannellino di Frascati (la versione dolce) che si vanno ad aggiungere al Cesanese del Piglio.
Va avanti anche la Toscana con le nuove DOCG Montecucco Sangiovese, Suvereto e Val di Cornia Rosso e si porta a 11 con la recente Aleatico dell'Elba.
Procede senza sosta l'ascesa del Veneto che si porta a 14 DOCG (due anni fa era a sole 3!!) con le 3 ultime Colli di Conegliano, Montello Rosso e Bagnoli Friularo che seguono le varie Lison, Colli Euganei Fior d'Arancio, Malanotte del Piave, Asolo Prosecco, Conegliano Valdobbiadene Prosecco, Recioto di Gambellara, le 3 della Valpolicella e le 3 storiche Soave Superiore, Recioto di Soave e Bardolino Superiore.
Anche il Piemonte non sta a guardare con le più recenti Ruchè di Castagnole Monferrato, Erbaluce di Caluso e Alta Langa.
Altre novità sono l'Aglianico del Taburno in Campania e le 3 nuove DOCG pugliesi Castel del Monte Nero di Troia Riserva, Castel del Monte Rosso Riserva e Castel del Monte Bombino Nero che si vanno ad aggiungere al Primitivo di Manduria Dolce Naturale portando a 4 le DOCG pugliesi.
Un dato che colpisce sicuramente è lo sbilanciamento di DOCG verso il nord ed i numeri che riguardano Sicilia e Sardegna con una sola DOCG a testa, forse un po' poche.
In totale 73 DOCG e ancora non è finita, poche o troppe? E' certo che in Italia abbiamo un patrimonio di terroir unico ma qualche perplessità resta.... ai posteri l'ardua sentenza!!!
sabato 1 ottobre 2011
I Vini d'Italia 2012, le eccellenze secondo l'Espresso
Sono state resi noti i vini dell'eccellenza 2012 secondo l'Espresso. Un piccolo riassunto: 225 eccellenze, sei in meno dello scorso anno con Piemonte e Toscana leader con 46 e 45 eccellenze rispettivamente. Grande risultato anche per l'Alto Adige con 32 eccellenze e premio come miglior vino dell'anno ad un rosso piemontese, il Barbaresco Asili 2006 di Roagna con 20/20.
Ma il trend di quest'anno, in linea con l'aria di crisi che si respira, è la presenza di molti vini "economici", sotto i 10 € in cantina. Finalmente anche altri si stanno accorgendo che la qualità di un vino non è direttamente proporzionale al prezzo e che anche piccole aziende possono produrre grandissimi vini. Naturalmente sono presenti tutti i grandi produttori, San Guido, Ornellaia, Biondi Santi, Rinaldi Giuseppe, Conterno Giacomo, Montevertine (non solo col Pergole Torte 2008 ma anche col Montevertine 2008), Valentini, Murana Salvatore e via dicendo che danno un certo lustro alla guida ma sono affiancati da tanti piccoli produttori e da molti vini "minori". Ecco il Boca, il Carema, il Grignolino del Monferrato, il Cesanese del Piglio, il Falerno del Massico, il Gioia del Colle. Mancano ancora molti altri vini e tanti altri produttori ma forse siamo sulla buona strada....
I migliori sarà possibile assaggiarli giovedì 6 ottobre presso il primo piano del Mercato Centrale a Firenze....proprio di fronte alla nostra enoteca!!
Se volete dare un'occhiata alle aziende ed ai vini premiati cliccate qui.
Ma il trend di quest'anno, in linea con l'aria di crisi che si respira, è la presenza di molti vini "economici", sotto i 10 € in cantina. Finalmente anche altri si stanno accorgendo che la qualità di un vino non è direttamente proporzionale al prezzo e che anche piccole aziende possono produrre grandissimi vini. Naturalmente sono presenti tutti i grandi produttori, San Guido, Ornellaia, Biondi Santi, Rinaldi Giuseppe, Conterno Giacomo, Montevertine (non solo col Pergole Torte 2008 ma anche col Montevertine 2008), Valentini, Murana Salvatore e via dicendo che danno un certo lustro alla guida ma sono affiancati da tanti piccoli produttori e da molti vini "minori". Ecco il Boca, il Carema, il Grignolino del Monferrato, il Cesanese del Piglio, il Falerno del Massico, il Gioia del Colle. Mancano ancora molti altri vini e tanti altri produttori ma forse siamo sulla buona strada....
I migliori sarà possibile assaggiarli giovedì 6 ottobre presso il primo piano del Mercato Centrale a Firenze....proprio di fronte alla nostra enoteca!!
Se volete dare un'occhiata alle aziende ed ai vini premiati cliccate qui.
lunedì 26 settembre 2011
Val delle Corti Chianti Classico 2008.......è proprio sangiovese!
LE' lunedì pomeriggio e, come siamo soliti fare nel nostro giorno di chiusura settimanale andiamo a visitare delle piccole aziende vitivinicole. E' già passato un po' di tempo dall'ultima volta che abbiamo visitato una cantina; era giugno, prima dell'estate.
Meta della giornata è il Chianti Classico, in particolare Radda in Chianti, località La Croce, Case Sparse Val delle Corti.
Ad accoglierci Roberto Bianchi, proprietario tuttofare dell'azienda, che ci guida nella piccola cantina per farci assaggiare i suoi vini. Sembra subito di conoscerci da una vita, si respira un clima veramente familiare che poi si rifletterà anche sui vini e tra una degustazione e l'altra Roberto ci guida nella cantina, ci parla della sua azienda e del suo modo di fare il vino. Nel mentre che parliamo assistiamo ad un rimontaggio, frutto di una vigna vicina già vendemmiata, mentre per le altre bisognerà aspettare ancora qualche giorno.
Val delle Corti è un'azienda veramente piccola, produce poche migliaia di bottiglie divise in tre vini, il Campino un vino da tavola a base di sangiovese (ma di fatto un vero e proprio Chianti Classico) frutto delle vigne più giovani, il Chianti Classico e la riserva.
Ma veniamo alla degustazione e ci soffermiamo sul Chianti Classico 2008, una vera e propria delizia per occhi, naso e bocca. Si presenta subito con un colore rosso rubino scarico, è proprio Sangiovese, mentre al naso ci colpisce un'esplosione di frutta rossa e fiori di campo con note che spaziano dai piccoli frutti di bosco alla violetta con un sottofondo di rosa canina. In bocca un bel tannino morbido, supportato da un'ottima acidità (d'altronde siamo a Radda), da un buon corpo e con una lunga persistenza. C'è chi paragona questi vini ai rossi della Borgogna e forse non è un paragone poi così forzato.
Un Chianti Classico molto rappresentativo della categoria e a nostro parere un esempio di come dovrebbe essere un Chianti Classico: non un vinone scuro, legnoso e caldissimo ma un vino da bersi tutti i giorni, fresco, non troppo tannico, da abbinarsi ai piatti tipici della nostra cucina ma perfetto anche per un poco di pane e salame!
Meta della giornata è il Chianti Classico, in particolare Radda in Chianti, località La Croce, Case Sparse Val delle Corti.
Ad accoglierci Roberto Bianchi, proprietario tuttofare dell'azienda, che ci guida nella piccola cantina per farci assaggiare i suoi vini. Sembra subito di conoscerci da una vita, si respira un clima veramente familiare che poi si rifletterà anche sui vini e tra una degustazione e l'altra Roberto ci guida nella cantina, ci parla della sua azienda e del suo modo di fare il vino. Nel mentre che parliamo assistiamo ad un rimontaggio, frutto di una vigna vicina già vendemmiata, mentre per le altre bisognerà aspettare ancora qualche giorno.
Val delle Corti è un'azienda veramente piccola, produce poche migliaia di bottiglie divise in tre vini, il Campino un vino da tavola a base di sangiovese (ma di fatto un vero e proprio Chianti Classico) frutto delle vigne più giovani, il Chianti Classico e la riserva.
Ma veniamo alla degustazione e ci soffermiamo sul Chianti Classico 2008, una vera e propria delizia per occhi, naso e bocca. Si presenta subito con un colore rosso rubino scarico, è proprio Sangiovese, mentre al naso ci colpisce un'esplosione di frutta rossa e fiori di campo con note che spaziano dai piccoli frutti di bosco alla violetta con un sottofondo di rosa canina. In bocca un bel tannino morbido, supportato da un'ottima acidità (d'altronde siamo a Radda), da un buon corpo e con una lunga persistenza. C'è chi paragona questi vini ai rossi della Borgogna e forse non è un paragone poi così forzato.
Un Chianti Classico molto rappresentativo della categoria e a nostro parere un esempio di come dovrebbe essere un Chianti Classico: non un vinone scuro, legnoso e caldissimo ma un vino da bersi tutti i giorni, fresco, non troppo tannico, da abbinarsi ai piatti tipici della nostra cucina ma perfetto anche per un poco di pane e salame!
venerdì 23 settembre 2011
Il Biroldo della Garfagnana
Oggi vi parliamo di questo insaccato di umili origini, oramai quasi completamente dimenticato ma che è capace di deliziare il palato di chi è ancora disposto a cercare qualcosa di "diverso". Non più buono di altri insaccati ma semplicemente differente da quello che oggi è il gusto comune (che brutto termine "gusto comune"...).
Prendiamo la testa di un maiale preferibilmente allevato come si faceva un tempo, allo stato semi-brado, e si inizia a bollire insieme alla lingua e al cuore, le cotenne ed in alcuni casi al polmone, aggiungendo mano a mano il sangue di maiale, l'ingrediente caratterizzante, e spezie (sale, pepe, finocchio selvatico, chiodi di garofano.......). Dopo circa 3 ore di cottura siamo pronti ad insaccarlo (naturalmente con budello suino), farlo raffreddare e poi dopo qualche giorno a divorarlo con una bella fetta di pane tagliando il biroldo in fette abbastanza spesse, almeno 1-2 cm.
Naturalmente per produrlo bisogna essere nei comuni della Garfagnana o della Media Valle del Serchio ed avere una bella manualità per disossare la testa ed aggiungere il giusto quantitativo di spezie.
Ultimamente è stato riconosciuto come presidio Slow Food ed alcuni produttori hanno iniziato a riproporlo secondo l'antica ricetta descritta.
Nella nostra enoteca lo proponiamo in alcuni taglieri di formaggi e salumi tipici della Garfagnana (con la Mondiola, il prosciutto di cinghiale, i pecorini semistagionati) o semplicemente dentro due fette di pane toscano; un prodotto così delizioso non ha bisogno di altri ingredienti per esaltare tutti i suoi aromi.
Se lo volete abbinare con un vino noi lo proponiamo con un Montecarlo Rosso, un vino dal buon corpo, dal tannino morbido e con un'ottima acidità.
Buon appetito!
Prendiamo la testa di un maiale preferibilmente allevato come si faceva un tempo, allo stato semi-brado, e si inizia a bollire insieme alla lingua e al cuore, le cotenne ed in alcuni casi al polmone, aggiungendo mano a mano il sangue di maiale, l'ingrediente caratterizzante, e spezie (sale, pepe, finocchio selvatico, chiodi di garofano.......). Dopo circa 3 ore di cottura siamo pronti ad insaccarlo (naturalmente con budello suino), farlo raffreddare e poi dopo qualche giorno a divorarlo con una bella fetta di pane tagliando il biroldo in fette abbastanza spesse, almeno 1-2 cm.
Naturalmente per produrlo bisogna essere nei comuni della Garfagnana o della Media Valle del Serchio ed avere una bella manualità per disossare la testa ed aggiungere il giusto quantitativo di spezie.
Ultimamente è stato riconosciuto come presidio Slow Food ed alcuni produttori hanno iniziato a riproporlo secondo l'antica ricetta descritta.
Nella nostra enoteca lo proponiamo in alcuni taglieri di formaggi e salumi tipici della Garfagnana (con la Mondiola, il prosciutto di cinghiale, i pecorini semistagionati) o semplicemente dentro due fette di pane toscano; un prodotto così delizioso non ha bisogno di altri ingredienti per esaltare tutti i suoi aromi.
Se lo volete abbinare con un vino noi lo proponiamo con un Montecarlo Rosso, un vino dal buon corpo, dal tannino morbido e con un'ottima acidità.
Buon appetito!
sabato 17 settembre 2011
Una nuova DOCG per la Toscana: "Montecucco sangiovese". Intervista a Giovan Battista Basile, consigliere del Montecucco Consorzio tutela vini
Montecucco è una DOC giovane nata nel 1998 e comprende il territorio ai piedi del Monte Amiata con il fiume Orcia che lo divide a nord dalle terre di Montalcino e a sud da quelle del Morellino e abbraccia i comuni di Cinigiano, Compagnatico, Civitella Paganico e parte dei comuni di Castel del Piano, Seggiano, Arcidosso e Roccalbegna.
La zona di produzione del Montecucco occupa circa 750 ettari e Sangiovese, Montecucco rosso, Riserva, Bianco e Vermentino sono le tipologie di questo vino.
A tredici anni dalla nascita di questa DOC, Roma ha dato il via libera alla DOCG Montecucco Sangiovese, la seconda in Maremma dopo il Morellino e verrà prodotta a partire dalla vendemmia 2011.
"E' un grande passo per tutti noi produttori" ci dice Giovan Battista Basile dell'azienda agricola Basile che sottolinea il fatto di come l'assegnazione della docg contribuirà a far conoscere ulteriormente il vino Montecucco in tutto il mondo e con una particolarità: è la DOCG con la resa per ettaro più bassa, soltanto 70q. La bassa resa e l'assegnazione della DOCG confermano non solo l'alta qualità che caratterizza questo vino, già conosciuto e apprezzato dal mercato, ma anche la volontà di puntare tutto non sui numeri bensì sul contenuto del vino, la qualità appunto."Usciremo con Cartacanta, il nostro Montecucco Sangiovese DOCG a fine 2013 e con Adagio Montecucco Sangiovese Riserva DOCG nel 2015" ci annuncia Giovan Battista e noi li aspetteremo.
http://www.basilessa.it
http://www.consorziomontecucco.it/
La zona di produzione del Montecucco occupa circa 750 ettari e Sangiovese, Montecucco rosso, Riserva, Bianco e Vermentino sono le tipologie di questo vino.
A tredici anni dalla nascita di questa DOC, Roma ha dato il via libera alla DOCG Montecucco Sangiovese, la seconda in Maremma dopo il Morellino e verrà prodotta a partire dalla vendemmia 2011.
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La famiglia Basile |
http://www.basilessa.it
http://www.consorziomontecucco.it/
giovedì 15 settembre 2011
Romanelli visita La Divina Enoteca
Ecco cosa scrive di noi l'amico Leonardo Romanelli:
"Oramai ha aperto da un bel po’, ma non è mai troppo tardi per visitarla. Il luogo è di quelli che hanno fatto la storia gastronomica fiorentina: il negozio di alimentari della famiglia Ciatti, caratterizzato dalle vasche in marmo che conservavano il baccalà in ammollo, è rimasto nelle macchine fotografiche di molti turisti. Per varie vicissitudini, dopo la chiusura nel 1998, il negozio è rimasto chiuso , salvo poi riaprire ad opera di Bianca Ciatti, la figlia di uno dei titolari, che ha ricreato l’atmosfera di un vinaino del passato. Tavoli in legno, possibilità di assaggiare salumi e formaggi, sottoli assortiti o veri e propri panini. I vini sono disponibili al bicchiere o si possono comprare bottiglie, anche da asporto. Risulta una piacevole sosta, in un mondo sempre più confusionario come quello che gravita attorno al mercato di San Lorenzo..perlomeno qui si respira aria vera della tradizione!" http://quintoquarto.simplicissimus.it
domenica 11 settembre 2011
Apre La Divina Enoteca: un posto tranquillo dove poter degustare un bicchiere di buon vino!
Il 12 dicembre del 2009 ha aperto in via Panicale, in pieno centro storico a Firenze, la nostra enoteca, frutto di tanto duro lavoro! Ecco a voi un po' di storia!www.ladivinaenoteca.it
Sin dalla fine dell'ottocento nel caratteristico quartiere di San Lorenzo sotto i loggiati ottocenteschi di via Panicale, era possibile ammirare la "Salumeria Ciatti", un caratteristico negozio di generi alimentari conosciuto anche all'estero per il baccalà e lo stoccafisso e per gli arredi marmorei dei primi anni ’30.

Gli arredi erano quelli di un tempo e ci trasportavano in un'atmosfera da primi del Novecento: scaffalature in legno di faggio e sul soffitto travicelli di legno con appesi gli stoccafissi, mentre dietro il banco di vendita campeggiavano scaffali in marmo e abete con allineati vini e oli toscani, pomodori pelati e grandi scatole di tonno. Si vendevano civaie, alimenti vari, e il baccalà, la vera e propria specialità di questo negozio.
Il capostipite Enrico Ciatti trasferì nel 1895 la sua attività di civaiolo dal vecchio mercato di Firenze nell'ottocentesco palazzo di via Panicale 19/r. La famiglia Ciatti vi iniziò un'attività di salumeria, in seguito decise, pur mantenendo l'attività originaria di salumeria, di allargare la propria attività con la vendita di baccalà.
Il capostipite Enrico Ciatti trasferì nel 1895 la sua attività di civaiolo dal vecchio mercato di Firenze nell'ottocentesco palazzo di via Panicale 19/r. La famiglia Ciatti vi iniziò un'attività di salumeria, in seguito decise, pur mantenendo l'attività originaria di salumeria, di allargare la propria attività con la vendita di baccalà.
Questo tipo di prodotto così particolare, convinse il figlio di Enrico, Giovanni Ciatti a dedicargli parte importante della propria immagine, tanto che nel 1932 il fondo venne ristrutturato. Si decise quindi di arredare la parte del fondo più prospicente la strada con elementi dedicati principalmente alla vendita del baccalà. Furono così scolpite dallo scultore Giovanni Tiglio le 4 favolose vasche di marmo usate per l'ammollo del baccalà ed i 4 mascheroni raffiguranti due tritoni e Nettuno dalla cui bocca esce tuttora l'acqua. Furono inoltre costruiti due splendidi banconi in marmo e tutte le pareti del negozio furono coperte da marmo bianco di Carrara. Negli anni sessanta l'attività fu continuata dai nipoti di Giovanni, Francesco ed Enrico fino al 1998.
Dopo quasi 12 anni di inattività, oggi la figlia di Francesco, Bianca, e Livio hanno deciso di riportare il fondo agli "antichi splendori", restaurando completamente le vasche ed i mascheroni, una parte delle pareti in marmo.
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