giovedì 9 giugno 2016

A ogni zona il suo Classico: Verticale di 6 annate di Chianti Classico Riserva Montefioralle

Venerdì 20 maggio nei locali de La Divina Enoteca a Firenze, per la prima volta l'azienda agricola Montefioralle si è lanciata in una delle sfide più difficili e rischiose per un'azienda: la verticale.
Partendo dal 1985 per arrivare al 2012 abbiamo assaggiato una carrellata di 6 annate rappresentative di diversi periodi di questa piccolissima azienda di Greve in Chianti.
Montefioralle è il nome di un piccolo e bellissimo borgo medievale a pochi minuti da Greve e l'azienda agricola Montefioralle si trova a poche centinaia di metri dal centro del paese.
L'origine dell'azienda si ricollega ad un'idea di Renato Sieni che, giunto all'età della pensione nel 1964, si accorda col priore del paese di Montefioralle per prendere in gestione la vigna che da secoli veniva curata dai parroci del borgo. Renato con l'aiuto del figlio Fernando pianta delle nuove viti e inizia la produzione del vino che all'epoca si chiamava "S. Stefano a Montefioralle". Così in quegli anni inizia la vinificazione di Chianti Classico nel 'beneficio' della parrocchia di S. Stefano. Successivamente negli anni '90 l'amministrazione ecclesiastica decide di vendere il podere che subito viene acquistato dalla famiglia Sieni. Adesso la titolare dell'azienda è Alessia, la figlia di Fernando, che con l'aiuto del padre e del fratello Lorenzo gestisce la produzione e la commercializzazione dei prodotti.
sieni  family
L'azienda è veramente molto piccola, a conduzione familiare con non più di 10000 bottiglie prodotte ogni anno divise tra il Chianti Classico, il Chianti Classico Riserva, il Vinsanto ed il Supertuscan.
Il vino della serata è stato il Chianti Classico Riserva, a base Sangiovese con un poco di Canaiolo e Colorino affinato 24 mesi in barrique usate.


Alessia, Lorenzo, Manila (moglie di Lorenzo e anche lei parte attiva dell'azienda) e Fernando arrivano prima dell'evento per aiutarci in un importante evento: la stappatura del 1985, il primo vino in degustazione è una grande incognita. Lorenzo armato di cavatappi a lame inizia ad armeggiare con le bottiglie, Manila nel frattempo ci prova col cavatappi tradizionale. I tappi sono molto fragili e non è facile riuscire nell'impresa ma alla fine i nostri eroi riuscono ad avere alcune bottiglie da assaggiare per poi decidere quali servire e quali no.
Nel 1985 ancora la riserva non esisteva e l'azienda produceva solo il Chianti Classico. La presenza di questa annata è dovuta ad un curioso avvenimento, il ritrovamento di un paio di casse nella vecchia cantina contenenti delle bottiglie non etichettate. L'unico indizio era la scritta 1985.


Il vino nel bicchiere si è subito rivelato di un colore tendente all'aranciato. Ogni bottiglia era una storia a parte, estremamente diversa e più o meno interessante. La migliore al naso esprimeva dei sentori certamente ossidativi ma ancora delle note di confettura di frutta rossa e nera con netti sentori di prugna, una leggera speziatura ed un forte nota di rosmarino che, mano a mano, si è fatta prevalente. In bocca il tannino era pressochè assente, molto morbido, ancora presente invece una certa acidità e mineralità. Interessante e molto emozionate, il 1985, creduto da tutti defunto prima dell'apertura era ancora vivo e vegeto!!!!




Seconda annata in assaggio la 1999, anche questa con bottiglie molto diverse tra loro. Il colore è un rosso granato, al naso si percepiscono profumi di frutta rossa matura, terra, una leggera speziatura dolce. In bocca un buon tannino ancora presente accompagna una piacevole freschezza che insieme bilanciano bene la componente alcolica.
Terzo vino il 2004, periodo in cui Lorenzo inizia ad avvicinarsi al vino. Forse questo è il vino più giovane della serata, ancora di un bel colore rosso rubino intenso, al naso note boisè si sposano con piccoli frutti rossi e note terrose. In bocca la grande acidità ed il tannino ancora un poco scorbutico fanno di questo vino un ottimo investimento per i prossimi 10-15 anni.


L'annata successiva è stata la 2006, grande vendemmia nel Chianti. Il vino nel bicchiere ha ancora un bel colore rosso rubino brillante, al naso frutta rossa leggermente matura, spezie dolci e note vegetali formano un bouquet avvolgente e molto piacevole. In bocca il vino ha gran corpo, è avvolgente, morbido, fresco vivo, giustamente tannico ed estremamente elegante. Un grandissimo vino.
Quinto vino il 2010, altra grandissima annata in tutta la Toscana e pure in quel di Montefioralle. Vino di un bel rosso rubino, al naso ci racconta di frutta rossa matura, note boisé, spezie dolci, vegetale e minerale con un netto sentore di pietra focaia. In bocca ha buon corpo, è morbido, fresco ed equilibrato, da affinare ancora un poco ma già di grande livello.
Ultima annata della riserva quella attuale, la 2012. Il colore è sempre un bel rosso rubino piuttosto intenso, al naso presenta note fruttate, terrose, boisé e vegetali. In bocca è ancora un poco giovane e leggermente sbilanciato sulle note dure, come dovrebbe sempre essere una riserva nei primi anni di vita.



Infine il vino a sorpresa, annata 1999. La riserva non può essere perché l'abbiamo già assaggiata e poi questo è molto diverso. Il colore è un rosso rubino intenso con l'unghia granato. Al naso presenta sentori balsamici, speziati, erbette aromatiche (rosmarino) e frutta rossa matura. In bocca ha gran corpo ed eleganza, un tannino vellutato, una buona freschezza ed una lunga persistenza. Sembra proprio un Sangiovese!
Ma quando scopriamo la bottiglia è una sorpresa per tutti, abbiamo bevuto il Monteficalle, il Supertuscan, un blend composto da un terzo di Merlot, un terzo di Cabernet Sauvignon ed un terzo di Sangiovese, il tutto affinato in barrique nuove. Un grandissimo vino dal quale emergono con prepotenza i sentori del Sangiovese, un vero cavallo di razza!



E per finire bisogna spendere due parole su Fernando, il capostipite dei Sieni, padre di Alessia e Lorenzo, che ci ha allietato tutta la sera con aneddoti, storie di vita e interessanti note tecniche. Abbiamo imparato tanto e ci siamo arricchiti un poco tutti quanti.
E vorrei finire citando una metafora di Fernando che a un certo punto, forse pensando a vicende di vita vissuta diceva: "quando finisce il vino di un'annata è come quando un figlio si sposa, lascia casa e mette su famiglia da solo, è tristezza e felicita insieme".