mercoledì 21 dicembre 2011

Casa Coste Piane, Valdobbiadene

E' un sabato pomeriggio di fine novembre, con un gruppo di amici siamo arrivati tra le colline di Santo Stefano di Valdobbiadene, provenienti dalla nostra Toscana e vorremmo bere del buon prosecco.

La scelta è caduta subito su un'azienda che avevamo già visitato un paio di anni prima e ci aveva molto colpito, Casa Coste Piane con il suo Prosecco sur lie.
Come due anni prima Loris Follador, il proprietario-filosofo ci accoglie nella sua casa in una bellissima stanza attraversata da un caratteristico tavolone di legno a cui sono collocate delle altrettanto belle sedie in legno. In un angolo scintilla un camino acceso e noi ci accomodiamo e ci sentiamo subito a casa.

Loris scende un attimo in cantina e dopo poco torna con 2 magnum del suo vino, il Prosecco ora divenuto DOCG e non più sur lie (i francesi non vogliono che si usi questa espressione) ma "naturalmente frizzante". In sostanza il vino è sempre il solito e se ne frega di quello che sta scritto sull'etichetta. Di un bel colore giallo paglierino e con una torbidità che si accentua sempre di più mano a mano che la bottiglia finisce (e ciò avviene molto velocemente, vi assicuro).
Ma con un vino del genere bisogna mangiare qualcosa e allora partiamo con della soppressa fatta dallo stesso Loris, veramente ottima in abbinamento con il vino. E poi del vero radicchio trevigiano cotto sulla brace, polenta bianca sempre cotta sulla brace, soppressa alla brace, tutto veramente ottimo.
E poi finito di bere il suo prosecco Loris ci fa assaggiare un paio di rossi senza sapere di cosa si trattasse, un Valpolicella ed una Grenache della Languedoc; naturalmente non li abbiamo indovinati.
E per finire in bellezza una degustazione di distillati di frutta e di rum agricolo bianco prodotto da un amico di Loris.
Alla fine, esausti ma molto soddisfatti, abbiamo caricato in macchina un po' di bottiglie e ci siamo diretti di ritorno verso Conegliano.
Nel mezzo a tutto queste delizie, Loris ci ha raccontato storie, ci ha spiegato e fatto rivivere le tradizioni contadine della sua terra, ci ha intriso con la sua filosofia e ci ha portato a capire il suo vino, un prodotto che trasmette l'anima di chi lo produce, le sue convinzioni, che rispecchia il territorio da cui proviene e che, mi permetto di aggiungere, riesce a convincere che il prosecco non è solo un vino da aperitivo o una moda ma molto di più, un territorio, un vino capace anche di evolvere con gli anni, un ottimo compagno per i nostri pasti.

Mi viene in mente una scena di Jurassic Park quando il prof. mostrando un artiglio di Velociraptor dice ad un bambino grassoccio, che aveva scambiato i dinosauri per grossi tacchini, che dopo aver visto quello non guarderà più gli uccelli con gli stessi occhi di prima; ebbene dopo aver assaggiato questo prosecco non berrete più queste bollicine con gli stessi preconcetti di prima ma vi aspetterete sempre qualcosa di più, di diverso; e ora sapete anche dove trovarlo.
 P.S. naturalmente anche nella nostra enoteca.....

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