lunedì 26 settembre 2011

Val delle Corti Chianti Classico 2008.......è proprio sangiovese!

LE' lunedì pomeriggio e, come siamo soliti fare nel nostro giorno di chiusura settimanale andiamo a visitare delle piccole aziende vitivinicole. E' già passato un po' di tempo dall'ultima volta che abbiamo visitato una cantina; era giugno, prima dell'estate.
Meta della giornata è il Chianti Classico, in particolare Radda in Chianti, località La Croce, Case Sparse Val delle Corti.
Ad accoglierci Roberto Bianchi, proprietario tuttofare dell'azienda, che ci guida nella piccola cantina per farci assaggiare i suoi vini. Sembra subito di conoscerci da una vita, si respira un clima veramente familiare che poi si rifletterà anche sui vini e tra una degustazione e l'altra Roberto ci guida nella cantina, ci parla della sua azienda e del suo modo di fare il vino. Nel mentre che parliamo assistiamo ad un rimontaggio, frutto di una vigna vicina già vendemmiata, mentre per le altre bisognerà aspettare ancora qualche giorno.

Val delle Corti è un'azienda veramente piccola, produce poche migliaia di bottiglie divise in tre vini, il Campino un vino da tavola a base di sangiovese (ma di fatto un vero e proprio Chianti Classico) frutto delle vigne più giovani, il Chianti Classico e la riserva.
Ma veniamo alla degustazione e ci soffermiamo sul Chianti Classico 2008, una vera e propria delizia per occhi, naso e bocca. Si presenta subito con un colore rosso rubino scarico, è proprio Sangiovese, mentre al naso ci colpisce un'esplosione di frutta rossa e  fiori di campo con note che spaziano dai piccoli frutti di bosco alla violetta con un sottofondo di rosa canina. In bocca un bel tannino morbido, supportato da un'ottima acidità (d'altronde siamo a Radda), da un buon corpo e con una lunga persistenza. C'è chi paragona questi vini ai rossi della Borgogna e forse non è un paragone poi così forzato.

Un Chianti Classico molto rappresentativo della categoria e a nostro parere un esempio di come dovrebbe essere un Chianti Classico: non un vinone scuro, legnoso e caldissimo ma un vino da bersi tutti i giorni, fresco, non troppo tannico, da abbinarsi ai piatti tipici della nostra cucina ma perfetto anche per un poco di pane e salame!


venerdì 23 settembre 2011

Il Biroldo della Garfagnana

Oggi vi parliamo di questo insaccato di umili origini, oramai quasi completamente dimenticato ma che è capace di deliziare il palato di chi è ancora disposto a cercare qualcosa di "diverso". Non più buono di altri insaccati ma semplicemente differente da quello che oggi è il gusto comune (che brutto termine "gusto comune"...).
Prendiamo la testa di un maiale preferibilmente allevato come si faceva un tempo, allo stato semi-brado, e si inizia a bollire insieme alla lingua e al cuore, le cotenne ed in alcuni casi al polmone, aggiungendo mano a mano il sangue di maiale, l'ingrediente caratterizzante, e spezie (sale, pepe, finocchio selvatico, chiodi di garofano.......). Dopo circa 3 ore di cottura siamo pronti ad insaccarlo (naturalmente con budello suino), farlo raffreddare e poi dopo qualche giorno a divorarlo con una bella fetta di pane tagliando il biroldo in fette abbastanza spesse, almeno 1-2 cm.
Naturalmente per produrlo bisogna essere nei comuni della Garfagnana o della Media Valle del Serchio ed avere una bella manualità per disossare la testa ed aggiungere il giusto quantitativo di spezie.
Ultimamente è stato riconosciuto come presidio Slow Food ed alcuni produttori hanno iniziato a riproporlo secondo l'antica ricetta descritta.
Nella nostra enoteca lo proponiamo in alcuni taglieri di formaggi e salumi tipici della Garfagnana (con la Mondiola, il prosciutto di cinghiale, i pecorini semistagionati) o semplicemente dentro due fette di pane toscano; un prodotto così delizioso non ha bisogno di altri ingredienti per esaltare tutti i suoi aromi.
Se lo volete abbinare con un vino noi lo proponiamo con un Montecarlo Rosso, un vino dal buon corpo, dal tannino morbido e con un'ottima acidità. 
Buon appetito!



sabato 17 settembre 2011

Una nuova DOCG per la Toscana: "Montecucco sangiovese". Intervista a Giovan Battista Basile, consigliere del Montecucco Consorzio tutela vini

Montecucco è una DOC giovane nata nel 1998 e comprende il territorio ai piedi del Monte Amiata con il fiume Orcia che lo divide a nord dalle terre di Montalcino e a sud da quelle del Morellino e abbraccia i comuni di Cinigiano, Compagnatico, Civitella Paganico e parte dei comuni di Castel del Piano, Seggiano, Arcidosso e Roccalbegna.
La zona di produzione del Montecucco occupa circa 750 ettari e Sangiovese, Montecucco rosso, Riserva, Bianco e Vermentino sono le tipologie di questo vino.
A tredici anni dalla nascita di questa DOC, Roma ha dato il via libera alla DOCG Montecucco Sangiovese, la seconda in Maremma dopo il Morellino e verrà prodotta a partire dalla vendemmia 2011.
La famiglia Basile
"E' un grande passo per tutti noi produttori" ci dice Giovan Battista Basile dell'azienda agricola Basile che sottolinea il fatto di come l'assegnazione della docg contribuirà a far conoscere ulteriormente il vino Montecucco in tutto il mondo e con una particolarità: è la DOCG con la resa per ettaro più bassa, soltanto 70q. La bassa resa e l'assegnazione della DOCG confermano non solo l'alta qualità che caratterizza questo vino, già conosciuto e apprezzato dal mercato, ma anche la volontà di puntare tutto non sui numeri bensì sul contenuto del vino, la qualità appunto."Usciremo con Cartacanta, il nostro Montecucco Sangiovese DOCG a fine 2013 e con Adagio Montecucco Sangiovese Riserva DOCG nel 2015" ci annuncia Giovan Battista e noi li aspetteremo.
http://www.basilessa.it
http://www.consorziomontecucco.it/

giovedì 15 settembre 2011

Romanelli visita La Divina Enoteca

Ecco cosa scrive di noi l'amico Leonardo Romanelli:

"Oramai ha aperto da un bel po’, ma non è mai troppo tardi per visitarla. Il luogo è di quelli che hanno fatto la storia gastronomica fiorentina: il negozio di alimentari della famiglia Ciatti, caratterizzato dalle vasche in marmo che conservavano il baccalà in ammollo, è rimasto nelle macchine fotografiche di molti turisti. Per varie vicissitudini, dopo la chiusura nel 1998, il negozio è rimasto chiuso , salvo poi riaprire ad opera di Bianca Ciatti, la figlia di uno dei titolari, che ha ricreato l’atmosfera di un vinaino del passato. Tavoli in legno, possibilità di assaggiare salumi e formaggi, sottoli assortiti o veri e propri panini. I vini sono disponibili al bicchiere o si possono comprare bottiglie, anche da asporto. Risulta una piacevole sosta, in un mondo sempre più confusionario come quello che gravita attorno al mercato di San Lorenzo..perlomeno qui si respira aria vera della tradizione!"                                                                                                               http://quintoquarto.simplicissimus.it

domenica 11 settembre 2011

Apre La Divina Enoteca: un posto tranquillo dove poter degustare un bicchiere di buon vino!

Il 12 dicembre del 2009 ha aperto in via Panicale, in pieno centro storico a Firenze, la nostra enoteca, frutto di tanto duro lavoro! Ecco a voi un po' di storia!www.ladivinaenoteca.it

Sin dalla fine dell'ottocento nel caratteristico quartiere di San Lorenzo sotto i loggiati ottocenteschi di via Panicale, era possibile ammirare la "Salumeria Ciatti", un caratteristico negozio di generi alimentari conosciuto anche all'estero per il baccalà e lo stoccafisso e per gli arredi marmorei dei primi anni ’30.
Gli arredi erano quelli di un tempo e ci trasportavano in un'atmosfera da primi del Novecento: scaffalature in legno di faggio e sul soffitto travicelli di legno con appesi gli stoccafissi, mentre dietro il banco di vendita campeggiavano scaffali in marmo e abete con allineati vini e oli toscani, pomodori pelati e grandi scatole di tonno. Si vendevano civaie, alimenti vari, e il baccalà, la vera e propria specialità di questo negozio.
Il capostipite Enrico Ciatti trasferì nel 1895 la sua attività di civaiolo dal vecchio mercato di Firenze nell'ottocentesco palazzo di via Panicale 19/r. La famiglia Ciatti vi iniziò un'attività di salumeria, in seguito decise, pur mantenendo l'attività originaria di salumeria, di allargare la propria attività con la vendita di baccalà.
Questo tipo di prodotto così particolare, convinse il figlio di Enrico, Giovanni Ciatti a dedicargli parte importante della propria immagine, tanto che nel 1932 il fondo venne ristrutturato. Si decise quindi di arredare la parte del fondo più prospicente la strada con elementi dedicati principalmente alla vendita del baccalà. Furono così scolpite dallo scultore Giovanni Tiglio le 4 favolose vasche di marmo usate per l'ammollo del baccalà ed i 4 mascheroni raffiguranti due tritoni e Nettuno dalla cui bocca esce tuttora l'acqua. Furono inoltre costruiti due splendidi banconi in marmo e tutte le pareti del negozio furono coperte da marmo bianco di Carrara.  Negli anni sessanta l'attività fu continuata dai nipoti di Giovanni, Francesco ed Enrico fino al 1998.
Dopo quasi 12 anni di inattività, oggi la figlia di Francesco, Bianca, e Livio hanno deciso di riportare il fondo agli "antichi splendori", restaurando completamente le vasche ed i mascheroni, una parte delle pareti in marmo.