venerdì 5 aprile 2013

Vinitaly 2013: consigli di degustazione. I vini Dolci

Anche quest'anno il Vinitaly sta per iniziare e anche quest'anno vogliamo darvi qualche consiglio.
Vini da tutto il mondo, soprattutto dalla Francia, ma anche Spagna, Australia, Stati Uniti e... Azerbaijan!!
Nei padiglioni 7 ed 11 potete assaggiare vini da varie regioni francesi, dalla Champagne all'Alsazia, dalla Borgogna a Bordeaux. Sempre rimanendo fuori dall'Italia nei padiglioni 6 ed 11 vi sono degli ottimi vini Sloveni. E già che siete nel padiglione 6 potreste anche provare dei vini Friulani, magari del Collio.
Ed iniziamo la carrellata dei vini dolci. Rimanendo in Friuli, allo stand del consorzio dei Colli Orientali del Friuli potete chiedere del buon Ramandolo, uno dei migliori passiti Italiani da uve Verduzzo e soprattutto del Picolit, il re dei vini dolci. Questi naturalmente dopo aver finito con bollicine, bianchi e rossi, mi raccomando.
Sempre nel padiglione 6 potete assaggiare qualche Moscato Rosa Altoatesino, in D2 da Castel Salleg, B2 da Franz Haas o sempre B2 da Tramin dove non dovreste perdervi anche il Terminum, un ottimo Gewurztraminer passito.

Sfruttate poi questa esperienza per assaggiare quei vini che altrimenti sarebbe molto difficile trovare, quelle piccole realtà a volte sconosciute ma in grado di offrire grandi soddisfazioni.
E visto che siamo in tema di vini dolci, andiamo al padiglione 7B, in Calabria presso lo stand della provincia di Reggio Calabria per provare il Greco di Bianco, uno dei più rari e dei più buoni vini dolci italiani. E già che siete qua provate anche del Montonico Passito. Sempre in Calabria allo stand della Camera di Commercio di Cosenza provate il Moscato Passito al Governo di Saracena di Cantine Viola.
Spostiamoci in Puglia, Padiglione 7 per il Primitivo di Manduria Dolce Naturale, ad esempio allo stand E10 da Racemi per il "Primo Amore".
Un altro piccolo ma grande passito lo trovate al Palaexpo, presso lo stand del Moscato di Scanzo DOCG, il D7. Diversi produttori qua presentono le loro perle.
Per finire andiamo al padiglione 9, stand G3 da Borgo Isolabella ad assaggiare del buon Brachetto d'Acqui e soprattutto il Loazzolo, forse la massima espressione del Moscato Bianco in Italia. Sempre in Piemonte allo stand 22-D3 da Balbiano assaggiate la Malvasia di Castelnuovo Don Bosco, un rosso frizzante stile Brachetto molto piacevole.
Volete ancora qualche vino? e va bene, allora andiamo in Emilia Romagna ad assaggiare un vino quasi introvabile, il Vin Santo di Vigoleno, padiglione 1, presso l'enoteca regionale. Dulcis in fundo il Vino Santo del Trentino, ad esempio quello di Toblino (che a volte ha pure vecchie annate) al pad.3 stand B4 o da Cavit allo stand B3.
E potremmo continuare ancora perché la nostra Italia è ricca di ottimi vini dolci ma penso che per oggi abbiate bevuto già troppo!!!!

giovedì 4 aprile 2013

Una gita nelle Langhe parte 2: Fontanabianca

Lunedì 28 gennaio, nevosa mattinata nelle Langhe. I vigneti sono coperti di una coltre di neve e pure sulla strada è presente un velo che non rende semplice la guida del buon Sandro. Ma indomiti ci dirigiamo verso Neive, in particolare all'azienda Fontanabianca per assaggiare un po' di buon Barbaresco.

Il Barbaresco è un vino DOCG dal 1993 prodotto solo con uve Nebbiolo. Per molti anni è stato considerato il fratello minore del Barolo e offuscato dalla grande notorietà di questo mentre ultimamente è stata riscoperta la vera anima di questo vino. Mentre il Barolo esprime la potenza e l'austerità del Nebbiolo, il Barbaresco ne esalta l'eleganza e la finezza. La filosofia è la stessa che ritroviamo nel Barolo, il territorio diviso in vari cru per sottolineare il legame col territorio. Nelle Langhe un buon vino viene fatto in vigna solitamente, forse è uno dei pochi luoghi al mondo dove ha veramente senso parlare di Terroir.
Alcuni dati tecnici: il vino Barbaresco DOCG può essere prodotto solo nei comuni di Barbaresco, Neive e Treiso per intero e Alba nella frazione San Rocco. Il vino deve essere invecchiato per almeno due anni, di cui uno in botti di rovere.


Ma veniamo alla visita in cantina. Ad accoglierci abbiamo trovato Aldo Pola e la moglie. Siamo subito entrati per fuggire al miscuglio di neve e pioggia che stava cadendo e abbiamo fatto una scappata in zona vinificazione ed in cantina invecchiamento, dove Aldo ci ha descritto l'azienda e la loro filosofia. Piccola azienda familiare, piccoli numeri, vini classici delle Langhe e vini di terroir.


Partiamo con gli assaggi. Prima di tutto il loro bianco, il Langhe Arneis 2011, sapido e minerale, molto piacevole e dalla buona acidità. Abbiamo assaggiato poi direttamente dalla botte la versione 2012, decisamente un altro vino, molto fruttato con note evidenti di mango ed ananas. Queste note ci ha spiegato poi il produttore che vengono perdute nei mesi successivi all'imbottigliamento.
Siamo passati poi ai rossi con la tipica gamma langarola. Per primo il Dolcetto d'Alba 2011, fruttato e beverino con un tannino non eccessivo, il classico dolcetto insomma. Poi la Barbera d'Alba 2010 che viene affinata 12 mesi in botte piccola. Si presenta con un bel tannino, la solita acidità della Barbera e una buona eleganza. Siamo quindi passati al Langhe Nebbiolo 2010, invecchiato 6-8 mesi in barrique usate. Fruttato, fresco, bel tannino, le corte macerazioni sulle bucce tipiche del Langhe Nebbiolo ne danno un vino già pronto e molto piacevole.

Passiamo finalmente al Barbaresco, per primo il Serraboella 2008, invecchiato in botte grande, abbastanza elegante e pronto. Quindi il Barbaresco Bordini 2009 (ex Sorì Bordin), affinato in botti piccole, più complesso e ampio del Serraboella. Del Bordini abbiamo assaggiato anche l'annata 2004 ancora giovane e dalle ampie prospettive.
Il tutto naturalmente è stato accompagnato da formaggi e dalle nutrite spiegazioni di Aldo.