lunedì 7 marzo 2016

Terre di Toscana 2016


IL GIORNO CHE NON C'E' (ma il vino si!)
Nel giorno più strano del quadriennio, questo 29 Febbraio, cosa fare se non degustare un poco di buon vino?
L'occasione è l'imperdibile manifestazione che è giunta quest'anno alla sua nona edizione, Terre di Toscana, durante la quale è possibile degustare alcune tra le migliori etichette della nostra splendida regione.
Da Suvereto alle Colline Lucchesi passando per Bolgheri, Montalcino, Montepulciano, Montecucco, Montescudaio, Scansano e tante altre realtà, più o meno note.
Sono presenti alcune bollicine, diversi bianchi e rosati ma diciamolo, oggi è giornata di grandi Rossi, da sua maestà il Sangiovese agli altri grandi vitigni che hanno reso celebre la costa e non solo, Merlot, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Alicante, Petit Verdot, Syrah, dai nostri vitigni "minori" (solo di nome naturalmente) Pugnitello, Canaiolo, Colorino ad alcune particolarità, Pinot Nero e Tempranillo.
Parlare di tutti sarebbe audace ma anche un po' troppo prolisso e quindi come siamo soliti vi racconteremo degli assaggi che maggiormente ci hanno emozionato.
Ah, ce lo eravamo scordato ma il lunedì di questa manifestazione ha una particolarità: è il giorno delle vecchie annate!!!

SANGIOVESE AMORE MIO!!
Grande gioventù per i vini di Caparsa che strabilia con il Chianti Classico Riserva Caparsino 2012 e il Doccio a Matteo 2012 che definire giovani è solo un eufemismo. Inizia invece a farsi bere il Doccio a Matteo 2000 anche se alcuni anni in bottiglia ne smusseranno meglio le asperità!
Bella gamma anche per Castello di Monsanto che mi ha commosso con il Sangioveto 1995, ancora in forma con freschezza, tannino morbido, bouquet che spazia da note balsamiche e di spezie dolci a sentori minerali, idrocarburo e frutta secca.
Grande amico e grande produttore, di chi sto parlando? Ma di Andrea Contucci! Gamma di vini incredibili! Il Vino Nobile di Montepulciano 2011 è elegante e complesso al naso con sentori che vanno dalle marasche al tabacco dolce, liquirizia, cuoio e note di cacao; in bocca gran tannino, decisa freschezza, lunga persistenza e bevibilità sorprendente. Il cru Pietrarossa 2011 è più speziato e minerale mentre il Mulinvecchio 2011 è di grande struttura e complessità, sapido e persistente, un signor vino. Il Vino Nobile Riserva 2010 ha grande stoffa, tannino e acidità da vendere ed una grande evoluzione davanti prima di estasiarci in un futuro non troppo prossimo. Bravo Andrea!
Altra amica è Angela Fronti di Istine, azienda situata prevalentemente nel Grand Cru del Chianti Classico, Radda in Chianti. Il suo Chianti Classico 2014 (non chiamatelo base che Angela si arrabbia) è l'essenza di Radda, corpo, freschezza, tannini, beva e grande potenziale evolutivo. I Chianti Classico dai vari vigneti sono tutti interessanti e diversi tra loro. Il Vigna Cavarchione 2013 è balsamico, fresco, fruttato e molto succoso, il Casanova dell'Aia 2013 ha un bel tannino, gran freschezza e buona mineralità, il Vigna Istine 2013 è molto pulito, fresco, balsamico e persistente. Il Chianti Classico Riserva Levigne 2012 è minerale, sapido, fresco e decisamente lungo.
Parlare di Montevertine non è forse molto originale ma anche io ci tengo a dire quanto sia piacevole il Pian del Ciampolo! La 2014 non era un'annata semplice ma questo gioiellino colpisce per la grande freschezza, eleganza e beva. Ma la grande sorpresa è stata un suo lontano parente, l'annata 1999 che si presenta subito con decise note di idrocarburo, balsamiche, frutta matura, ancora fresco in bocca e con un tannino vellutato e una buona persistenza.
Come ogni anno come si fa a non assaggiare la vecchia annata di Sanlorenzo? Questa volta assaggiamo il Brunello di Montalcino 2004, una meraviglia che al naso offre note di idrocarburo, frutta rossa matura, minerali, viole secche, spezie dolci ed in bocca è fresco, il tannino è  elegante e vellutato ed il finale lungo e pulito.
Bella verticale da Roberto Bianchi, alias Val delle Corti, uno dei simboli del Chianti Classico di Radda. Assaggiate le riserve 2013, 2011, 2009 e 2007, tutte emozionanti e simbolo di un terroir. La 2007 è  però quasi commovente con un naso che spazia dalla frutta rossa all'idrocarburo, passando per note balsamiche, minerali, spezie e boisé, in bocca è ancora fresco, il tannino è vivo e la persistenza lunghissima. Ma la cosa fantastica è che non riesci a sputarlo, se fossero stati tutti così i vini assaggiati sarei dovuto tornare a Firenze in treno!
Belle espressioni di Sangiovese anche da Villa Patrizia con i suoi Morellino di Scansano Loreto 2014 fresco, fruttato e beverino,  la Riserva Le Valentane 2011, corposo, speziato e con un gran tannino. Ottimi anche i vini del Montecucco, il Montecucco Sangiovese Istrico 2013, maturo, corposo, speziato e tannico ed il Montecucco Rosso Riserva Orto di Boccio 2010, un vino con grande corpo, freschezza e dal tannino aggressivo e dalla lunga persistenza.



STRANIERO IN TERRA STRANIERA
Cortona fa venire in mente la parola Syrah, la parola syrah fa pensare subito alla Cote du Rhone e qual'è uno dei Syrah di Cortona che maggiormente ricorda il fratello francese? Ma Amerighi naturalmente! Il Syrah 2013 in anteprima è succoso e speziato, di gran corpo e tannino ma elegante e leggiadro. L'Apice 2011 è un gran vino ma il 2010 è superbo con note di rosmarino, frutta rossa fresca e pepe nero, in bocca una buona freschezza affianca un tannino morbido ma ben evidente.
Dire Riparbella invece è come dire Caiarossa, piccola grande azienda nel cuore della DOC Montescudaio. Il Caiarossa Bianco 2014 (Viogner e Chardonnay) ha una grande mineralità e frescezza, il Pergolaia 2010 (Sangiovese in prevalenza) è elegante, fresco e sapido, l'Aria di Caiarossa 2010 (Cabernet Franc, Merlot, Syrah, Cabernet Sauvignon) ha una grande potenza, eleganza e complessità aromatica e per finire il Caiarossa 2010 ( Merlot, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Syrah, Sangiovese, Petit Verdot, Alicante) è scuro, austero e lascia solo intravedere quel meraviglioso vino che sarà tra qualche inverno.
Sulle Pendici dell'Amiata troviamo il Castello di Potentino che produce con eleganza Sangiovese e Pinot Nero. Il Piròpo 2012 (Pinot Nero) è il più vulcanico dei vini prodotti, con forti sentori minerali, note fumé, piccoli frutti rossi e grande eleganza e persistenza in bocca. Il Sacromonte 2012 (Sangiovese) è fruttato, fresco, decisamente tannico e con piacevoli note boisé.
Altra conferma La Fralluca con una bella gamma di vini, tutti molto validi. Molto buono il Vermentino 2014 con grande freschezza, sapidità ed un bel bouquet di frutta e fiori bianchi e leggere note di frutta tropicale. Il Syrah si presenta al naso con frutta rossa, note balsamiche, spezie ed in bocca è fresco, giustamente tannico e persistente. Il Cabernet Franc 2012 è molto piacevole con le sue note di frutta rossa e nera, note vegetali e spezie dolci ed in bocca è pulito, fresco e lungo.
Bella sorpresa nel grossetano con la gamma di vini di Podere Ristella. Il Cabernet Sauvignon 2012 denota una perfetta maturazione delle uve con sentori di frutta rossa matura, spezie dolci ed una buona freschezza in bocca. Interessanti anche il Merlot  2012 ed il Syrah  2012 ma decisamente sopra le righe i due vin santi.  Il Vin Santo Rintocco 2005 è denso, un nettare con sentori di albicocche secche, datteri, note eteree e frutta secca, dolce ma al tempo stesso anche fresco e persistente. Il Vin Santo Occhio di Pernice Focale 2004 è  un  poco meno dolce, al naso ha frutta secca, confettura di lamponi, fiori secchi ed in bocca è fresco e lungo.
Grandi internazionali pure nel senese, a Sarteano per la precisione con Tenuta di Trinoro. Le Cupole 2013 è fresco, fruttato e molto fine. Il Magnacosta 2013 ha un naso fruttato e di spezie dolci, in bocca è tannico e fresco e dal grande estratto. Il Palazzi 2013 profuma di tanta frutta rossa e dolci note speziate e balsamiche, in bocca è denso, pieno, fresco e tannico, da affinare qualche anno ancora. Il Tenuta di Trionoro 2013 ancora non esprime al massimo le sue potenzialità mentre la vecchia annata, il 1998 è uno di quei vini che non ti scordi più. Un naso complesso e molto fine che ci racconta di frutti rossi e neri maturi, more e lamponi, idrocarburo, tabacco e pepe, frutta secca, in bocca è morbido e avvolgente, fresco e giustamente tannico, elegante, schietto, molto fine, complesso, persistente. Uno dei migliori assaggi di sempre.

MA TU COSA CI FAI QUA?
Molti conosceranno questa azienda di San Miniato per il suo Tempranillo, ma non è il solo vitigno di interesse. Naturalmente stiamo parlando di Beconcini Pietro, azienda che ci ha deliziato con il fresco e dolce frutto del suo Maurleo 2013, con la potenza e la persistenza del suo Sangiovese, il Reciso 2012 e con i suoi 3 Tempranillo tra i quali il Vigna alle Nicchie 2011 spicca per il grande corpo e la notevole complessità olfattiva e gustativa. Ma la ciliegina sulla torta sono stati i suoi due vin santi, Il Caratello 2007, la dimostrazione che il vin santo non ha niente da invidiare ai più grandi vini dolci mondiali. Complessità aromatica con note che variano dalla frutta secca (albicocche, fichi) alle mandorle, noci, note balsamiche, minerali, in bocca un corpo incredibile, una estrema dolcezza sorretta da una grande acidità che ne fanno un vino che si beve molto facilmente. Grande vino anche il Vin Santo Occhio di Pernice 2007, meno esplosivo del caratello ma più elegante e morbido.
Ma chi è quel matto che si metterebbe a produrre vino in Garfagnana? Ah si ce n'è uno, un certo Gabriele Da Prato, a Gallicano per la precisione con l'aziena Podere Còncori. E i risultati? Bere per credere! Il Pinot Nero 2013 è soave, con un naso che ci parla di piccoli frutti neri (mirtilli, ribes nero) e spezie dolci e piccanti mentre in bocca è fresco ed elegante. Il Melograno 2013 (Syrah) ha freschezza, corpo e persistenza, il 2014 frutta e bevilità. Il Vigna Piezza 2013 (Syrah), il cru aziendale, è uno dei grandi Syrah Italiani, con un grande naso che esprime frutta rossa matura, spezie e note balsamiche e minerali ed una grande struttura e freschezza in bocca.

NON DI SOLO VINO VIVE L'UOMO (però a volte ci prova...)
Ore 18.00, stanchi ma soddisfatti ci avviamo verso casa, con una consapevolezza che si fa sempre più consistente, il vino non lo beviamo per dissetarci, né tantomeno per ubriacarci, forse neanche per esaltare le caratteristiche organolettiche e gustative di un piatto, ma per emozionarci,  per scoprire quel piccolo grande assaggio che ci ricorderemo per chissà quanto tempo, per immaginarci quel vigneto in riva al mare o sul cocuzzolo di una collina pieno di persone che, stanche, colgono il frutto di un anno di lavoro, quella cantina buia e fredda piena di profumi ed emozioni, quella bottiglia che per anni ha atteso la nostra attenzione e che finalmente liberiamo facendole respirare di nuovo l'aria fresca.
E molto molto altro.

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