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giovedì 4 aprile 2013

Una gita nelle Langhe parte 2: Fontanabianca

Lunedì 28 gennaio, nevosa mattinata nelle Langhe. I vigneti sono coperti di una coltre di neve e pure sulla strada è presente un velo che non rende semplice la guida del buon Sandro. Ma indomiti ci dirigiamo verso Neive, in particolare all'azienda Fontanabianca per assaggiare un po' di buon Barbaresco.

Il Barbaresco è un vino DOCG dal 1993 prodotto solo con uve Nebbiolo. Per molti anni è stato considerato il fratello minore del Barolo e offuscato dalla grande notorietà di questo mentre ultimamente è stata riscoperta la vera anima di questo vino. Mentre il Barolo esprime la potenza e l'austerità del Nebbiolo, il Barbaresco ne esalta l'eleganza e la finezza. La filosofia è la stessa che ritroviamo nel Barolo, il territorio diviso in vari cru per sottolineare il legame col territorio. Nelle Langhe un buon vino viene fatto in vigna solitamente, forse è uno dei pochi luoghi al mondo dove ha veramente senso parlare di Terroir.
Alcuni dati tecnici: il vino Barbaresco DOCG può essere prodotto solo nei comuni di Barbaresco, Neive e Treiso per intero e Alba nella frazione San Rocco. Il vino deve essere invecchiato per almeno due anni, di cui uno in botti di rovere.


Ma veniamo alla visita in cantina. Ad accoglierci abbiamo trovato Aldo Pola e la moglie. Siamo subito entrati per fuggire al miscuglio di neve e pioggia che stava cadendo e abbiamo fatto una scappata in zona vinificazione ed in cantina invecchiamento, dove Aldo ci ha descritto l'azienda e la loro filosofia. Piccola azienda familiare, piccoli numeri, vini classici delle Langhe e vini di terroir.


Partiamo con gli assaggi. Prima di tutto il loro bianco, il Langhe Arneis 2011, sapido e minerale, molto piacevole e dalla buona acidità. Abbiamo assaggiato poi direttamente dalla botte la versione 2012, decisamente un altro vino, molto fruttato con note evidenti di mango ed ananas. Queste note ci ha spiegato poi il produttore che vengono perdute nei mesi successivi all'imbottigliamento.
Siamo passati poi ai rossi con la tipica gamma langarola. Per primo il Dolcetto d'Alba 2011, fruttato e beverino con un tannino non eccessivo, il classico dolcetto insomma. Poi la Barbera d'Alba 2010 che viene affinata 12 mesi in botte piccola. Si presenta con un bel tannino, la solita acidità della Barbera e una buona eleganza. Siamo quindi passati al Langhe Nebbiolo 2010, invecchiato 6-8 mesi in barrique usate. Fruttato, fresco, bel tannino, le corte macerazioni sulle bucce tipiche del Langhe Nebbiolo ne danno un vino già pronto e molto piacevole.

Passiamo finalmente al Barbaresco, per primo il Serraboella 2008, invecchiato in botte grande, abbastanza elegante e pronto. Quindi il Barbaresco Bordini 2009 (ex Sorì Bordin), affinato in botti piccole, più complesso e ampio del Serraboella. Del Bordini abbiamo assaggiato anche l'annata 2004 ancora giovane e dalle ampie prospettive.
Il tutto naturalmente è stato accompagnato da formaggi e dalle nutrite spiegazioni di Aldo.

venerdì 1 marzo 2013

Una gita nelle Langhe parte 1: Walter Massa e il Timorasso

Fine gennaio 2013 nelle innevate langhe, una gita di piacere (molto) e di lavoro. Questo potrebbe essere il sunto di questi tre giorni in terra piemontese in compagnia di alcuni colleghi e amici, dietro la sapiente guida di Stefano e Sandro.


La gita è stata una visita piuttosto informale a 6 aziende sapientemente selezionate da Stefano nel corso degli anni. La prima tappa domenica sera, il 27, è stata nei pressi di Alessandria, Colli Tortonesi, a visitare l'eclettico Walter Massa con il suo Timorasso.
Il Timorasso è un antico vitigno, riscoperto a partire dagli anni 80' grazie proprio a Walter Massa, il primo a credere nelle potenzialità di questo vitigno e presto seguito anche da altri produttori. Il personaggio è decisamente non convenzionale, come non convenzionale sono anche i suoi vini. Dopo una visita nella cantina ci siamo trasferiti nella sala per le degustazioni ed abbiamo testato in serie diversi vini. Per primo il Derthona, il Timorasso base ma già molto interessante per la sua mineralità e profondità. Siamo quindi passati ai 3 diversi cru di Timorasso, annata 2010: Montecitorio, Sterpi e Costa del Vento, espressioni molto diverse di terroir. Molto incisivo lo Sterpi 2010, fruttato, corposo, minerale, lungo e piacevole, un vino da lungo invecchiamento come ci ha confermato l'assaggio dell'annata 2005, ancora fresca e beverina.
Il Timorasso si è dimostrato in grado di dare dei grandi bianchi da invecchiamento e di esprimere una mineralità decisamente inconsueta in questa regione.
Siamo poi passati ai rossi con la Barbera Monleale 2007, fresca e di pronta beva, la Barbera Bigolla 2003, complessa e di grande impatto e il Cerretta 1997, un blend di Barbera, Nebbiolo e Croatina. Per finire Anarchia Costituzionale, il Moscato aziendale, dolce ma non troppo, fresco e per niente stucchevole. Il tutto naturalmente accompagnato da buon salame locale.
Stanchi ma soddisfatti siamo tornati in albergo perché ci aspettava una giornata veramente impegnativa: Barbaresco e Barolo!